L'udienza del processo BPVI del 31 ottobre, dopo quella del manager Umberto Seretti "punito" con il trasferimento a Palermo in Banca Nuova per la sua idiosincrasia verso le imposizioni dall'alto per operazioni, tipo quelle baciate, che riteneva illecite e che il 31 ha confermato come Gianni Zonin anche in Sicilia operasse da "interventista" e come se fosse un "amministratore", è proseguita con la testimonianza del professor Mauro Bini.
Fu Massimiliano Pellegrini (uno dei top manager ora imputati) a chiamare per valutare il prezzo dell'azione BpVi fin dal 2010, su pressioni di Banca d'Italia che già allora reclamava una perizia terza, il docente della Bocconi, un esperto del settore come si definisce lui stesso, allievo del prof. Luigi Guatri, quello anche del lodo Mondadori, la cui firma è apposta praticamente sempre insieme a quella di Bini nelle sue numerose pubblicazioni e che, nella sua carriera di "valutatore", accanto a numerosi successi tutti per aziende del Ghota del capitalismo italiano incassò anche qualche sanzione, sempre oblata e non più rintracciabile, a differenza del suo robusto conto in Svizzera che rientrò in quelli della famosa lista Falciani.
«Io non decidevo il valore del titolo - tiene a sottolineare Bini come dettagliato nel nostro abituale video della sua deposizione e come ben sintetizzato dal collega Matteo Bernardini del GdV-. Dall'analisi dei dati del bilancio che mi venivano forniti e di quelli del piano industriale certificato calcolavo una forchetta con un valore minimo e uno massimo. Poi i risultati li mandavo al collegio sindacale. Solo una volta, nel 2015, li presentai al consiglio di amministrazione. Era il cda che poi stabiliva quale prezzo all'interno della forchetta adottare». Bini, poi, sottolinea, come dai dati a lui forniti non avrebbe mai potuto capire se fossero presenti delle operazioni baciate: «Comunque se fossero state contemplate il prezzo dell'azione sarebbe inevitabilmente sceso».
Se il nostro video, come al solito, fornisce molti più dettagli a chi vorrà vederlo (vai in fondo, ndr), il 31 ottobre è andata in scena - alla presenza di Bini, con l'assenza di Sonato e con i perpetua sorrisi di Zonin - un'altra puntata della saga della fuga dalle responsabilità per il crac della Banca Popolare di Vicenza che ha azzerato decine di migliaia di piccoli risparmiatori (quelli grossi hanno sempre i loro anticorpi) che, però, anche il 31 ottobre hanno brillato per assenza in aula così facilitando quella fuga da colpe se non altro etiche.
- Bini apparecchia sulla tavola del cda una forchetta di valutazioni sulla base della documentazione di Pellegrini (e dei desideri di Zonin e Sorato come ha fatto più che immaginare l'ispettore delle Bce Emanuele Gatti nella sua deposizione del 26 settembre?), documentazione della cui correttezza erano responsabili l'area di Pellegrini oltre ai sindaci e agli esperti di PwC come revisore dei conti, non imputati;
- Sorato non si presenta tanto da costringere il presidente e il collegio giudicante a riconvocarlo per il 7 novembre con minaccia dell'accompagnamento coatto visto che non ritiene un reale impedimento i motivi medici addotti
- Zonin, dopo aver "gioito" per la dichiarazione del suo "ex dipendente" Umberto Seretti, che lo aveva additato come una sorta di amministratore di fatto interventista lo giudicava, però, tecnicamente non capace, di sicuro avrà risposto con uno "smile" all'avvocatessa che sostituiva il suo difensore principe, l'avv. Ambrosetti, quando lo avrà avvisato a fine testimonianza di Bini che anche il prof. lo aveva dichiarato come non influenzante le sue decisioni.
Di cui però, ahi ahi ahi, sarebbero responsabili chi ha fornito i dati della banca, dopo le "vidimazioni" dei non imputati sindaci e revisori, e i membri del cda, di cui forse Zonin non ricorda di essere stato presidente per 20 anni circa e che decidevano, usando la "forchetta" di Bini, la quotazione da sottoporre all'approvazione delle varie assemblee osannanti, imboccate, ora è certo, ogni volta da un cucchiaio pieno di bugie sui problemi della BPVi che il presidente e il dg/Ad tagliavano accuratamente col coltello dalle loro relazioni senza oggi chiarire chi fosse, se c'era, l'accoltellatore principe.
Sorato non venendo a deporre e, quando verrà, esercitando il suo diritto di avvalersi della facoltà di non rispondere perché imputato per fatti connessi e Zonin non citando a deporre come teste della difesa chi lui stesso ha sempre accusato di aver abusato della sua credulità... da non capace tecnicamente.
Nota
Per chi ha aderito o volesse aderire con pochi euro all’iscrizione annuale al nostro VicenzaPiù Freedom Club con un gradito contributo, utile a far proseguire questo nostro oneroso servizio publico, pubblichiamo qui a seguire il video della deposizione di Mauro Dini davanti al collegio presieduto da Deborah De Stefano con giudici a latere Elena Garbo e Camilla Amedoro e ai pm Luigi Salvadori e Gianni Pipeschi.
Ricordiamo che oltre che i verbali di udienza costantemente aggiornati su bankileaks.com sezione Documenti & Files Premium, proponiamo i video integrali in tempo quasi reale e in esclusiva del processo BPVi su questo mezzo, tempo dopo (tipicamente entro 15-30 giorni) gratuitamente sul nostro canale YouTube e sul canale streaming VicenzaPiu.tv & LaPiu.Tv (qui il nostro palinsesto) visibile su Pc e tramite l’omonima App disponibile gratuitamente per l’ambiente iOs e Android.
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