Processo BPVi: Arman e “manita” di fan di don Torta oscurano per un attimo Ambrosetti che oggi reputa affidabili testimoni prima “correi”

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Alcuni ex soci BPVi, aderenti al Coordinamento di don Enrico Torta nel piazzale del tribunale di Vicenza il 9 febbraio 2021
Alcuni ex soci BPVi, aderenti al Coordinamento di don Enrico Torta nel piazzale del tribunale di Vicenza il 9 febbraio 2021

L’avv. Enrico Ambrosetti si accinge oggi a completare la sua “tre giorni” di arringhe (qui la prima, qui la seconda) in difesa di Gianni Zonin, faticosa per la durata e i contenuti ma anche encomiabile in quanto gestita per “l’amico” imputato, per il quale i pm Gianni Salvadori e Luigi Pipeschi hanno chiesto al collegio (presidente Deborah De Stefano, giudici a latere Elena Garbo e Camilla Amedoro) una condanna a 10 anni anche se, questa la tesi di Ambrosetti e Zonin, che mai si è fatto interrogare limitandosi a dichiarazioni spontanee senza contraddittorio, il dominus coram populo (vedremo se anche per la corte) della fu Banca Popolare di Vicenza fu “inconsapevole di fatto per 20 anni di quanto avvenisse nella Banca Popolare di Vicenza di cui presiedeva il cda dopo esserne stato membro per altri 16…

E oggi, giorno conclusivo per il difensore di Zonin, come avvenne il 10 dicembre scorso, giorno delle conclusioni dei pm poi rinviate al 15 dicembre, quando era presente Luigi Ugone per Noi che credevamo nella BPVi, presidente di una delle due/tre associazioni dei risparmiatori, mediatamente, più combattive ma spesso (quasi sempre?) assenti in aula con i loro legali, ha fatto la sua fugace comparsa in aula l’avv. Andrea Arman, presidente dell’altro movimento contestatore in favore di obiettivi tv, il Coordinamento di don Enrico Torta.

Noto anche per un suo incidente di percorso sanzionato dall’Ordine degli avvocati di Treviso, Arman, che è uno dei pochi ex soci ad essere riuscito a recuperare un bel gruzzolo grazie alla vendita tempestiva e per ben ben 500.000 euro di una parte delle sue azioni, ereditate e vendute alla quotazione massima, l’uomo che ha conquistato la fiducia di don Enrico Torta e che in passato propugnava la sottoscrizione dei notoriamente “sicurissimi” bond venetisti, ha fatto un salto in aula per poi tornare ad essere un “ectoplasma” (mancavano fotografi ed operatori tv a riprenderlo anche a vantaggio delle sue fallite ambizioni politiche?) mentre quatto/cinque sostenitori suoi e di don Torta, uno ancora e sempre coraggiosamente in mutande nonostante il freddo e l’umido odierno, stazionavano nel piazzale antistante il tribunale esponendo i cartelli in copertina davanti a un gruppo di Carabinieri impegnati a presenziare lì piuttosto he a rendersi più utili altrove.

Tornando ai fatti d’aula l’arringa odierna dell’avv. Ambrosetti, di cui, al solito, pubblicheremo in serata i video integrali, inizia citando molte testimonianze che dimostrerebbero l’inconsapevolezza di Gianni Zonin, per altro più che ben retribuita (il gettone di Zonin era molto più del doppio di quello, circa 300.000 euro, del presidente della repubblica Mattarella e del presidente Usa in carica…), testimonianze, però, che, in buona parte e mentre scriviamo, sono degli stessi testimoni di cui Ambrosetti citava nelle udienze precedenti la parziale inaffidabilità in quanto possibili correi per il crac della BPVi.

Ma oggi le affermazioni giurate del presunti “correi”, ma non coinvolti i questo o altri procedimenti, e di altri imputati, che non giurano di dire la verità, diventano tavole della Legge (non quella di cui sarebbe privo questo processo, sempre a detta del legale ed accademico padovano) perché in alcuni passaggi proverebbero l’innocenza del suo assistito, quasi un putèo ignaro delle cattiverie del mondo che gli gira intorno.

Tutte vere e credibili queste testimonianze a detta del legale “amico” e spesso nominato in cda o in organi legali dall’ex presidente, definito “imprenditore agricolo” per sminuirne le competenze da super gettone ma evidentemente ben capace di scegliere lui come suo “rappresentante” o “tutore”…

Lo ha spesso dichiarato “urbi et orbi”, all’Urbe, Roma, e al mondo”, ma quanti sono ancora gli orbi che non vedono, dopo averle pagare, le scelte dell’imprenditore agricolo a capo di una banca affiancato, lo ha sempre detto il legale che lo difende in questo processo “senza legge e senza verità”, da consiglieri così “incapaci” di conoscerne le dinamiche e le responsabilità da far assurgere oggi, Ambrosetti dixit, il pm Pipeschi a esperto di banche bene più di 8 su 10 membri dei cda inneggianti a Zonin.


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