Dopo le repliche dell’accusa (pm Luigi Salvadori e Gianni Pipeschi) e quelle dei legali delle parti civili pubbliche (avv. Stefania Ceci per Banca d’Italia e avv. Valerio Cioffi per Consob) alle arringhe delle difese degli imputati, per i quali l’accusa ha chiesto 51 anni complessivi di reclusione di cui 10 per Gianni Zonin) la presidente del collegio giudicante Deborah De Stefano (giudici a latere Elena Garbo e Camilla Amedoro) ha dato la parola a gli unici due avvocati delle parti civili private intenzionate a intervenire, Renato Bertelle e Paolo Ciccotto mentre Michele Vettore, anche lui quasi sempre presente a tutte le 115 udienze del processo BPVi, dichiarava a fine udienza di associarsi ai colleghi.
L’intervento dell’avvocato Bertelle, che da più di un decennio ha seguito l’evoluzione e l’involuzione della Banca Popolare di Vicenza anche con interventi premonitori del futuro crac in varie assemblee festanti in cui Zonin & c. raccoglievano oceanici applausi e consensi, è durato poco più di 8 minuti (si veda video successivo, ndr) ma non certo per sua completa volontà.
Dopo pochissimo tempo dall’inizio del suo argomentare, infatti, interveniva il legale dell’imputato Pellegrini, Valerio Guazzarini, che obiettava come Bertelle stesse leggendo passaggi dei verbali e il presidente del collegio, condividendo l’obiezione del difensore, invitava, altresì, l’avvocato di parte civile a sintetizzare il suo intervento.-
Bertelle non mancava di sottolineare come le arringhe di chi lo aveva preceduto avessero sfiorato o sforato i 30 minuti e alla seconda successiva “interruzione” della dr.ssa De Stefano, di sicuro rientrante nei suoi poteri e doveri, ma non gradita dal legale maladense ha chiuso rapidamente il suo intervento e ha depositato la sua memoria che qui vi sottoponiamo in esclusiva (MEMORIA avv. Renato Bertelle EX ART. 121 C.P.P.).
Il 16 marzo ci siamo, quindi, recati nello studio di Bertelle per sapere, al di là delle regole dibattimentali, cosa volesse illustrare.
Di fatto, ma il video esclusivo è esaustivo e interessante al riguardo, l’avvocato Bertelle (che non ha mancato di criticare soprattutto uno dei due pm per le obiezioni frequentemente rivolte “contro” un proceduralmente alleato processuale come può definirsi una parte civile) voleva ricordare come i criteri che portarono il super consulente Bini a “sopravvalutare” le azioni fossero criteri “laschi”, che, come testimoniato dall’ispettore prima di Banca d’Italia poi della Bce, Emanuele Gatti, erano stati indicati (e “allargati per puntare in alto per il titolo BPVi” si sbilancia Bertelle) dal presidente e dal cda che, poi, recepite le sue valutazioni delle azioni al livello massimo del range indicato, le facevano proprie assumendosene la responsabilità, come previsto dalle norme legali, e le sottoponevano all’approvazione delle predette assemblee… festanti.
Ma c’è di più oltre al coinvolgimento accennato, ma non dettagliato da Bertelle per la rapida conclusione della sua arringa, di altri 4 imputati nell’assunzione, in ambito di vari comitati di direzione (“testimonianza di Sommella, segretario generale della BPVi, uomo ombra di Zonin ed ex dirigente di Banca d’Italia com altri dirigenti della ex Popolare vicentina“) di determinazioni sulle necessità di “fare delle operazioni baciate”
Infine, nella nostra intervista, sulle voci spesso ricorrenti tra i legali di parte civile nei back stage delle udienze sulla presunta “delicatezza indagatoria” che sarebbe stata manifestata ad alcuni di loro dall’ex procuratore capo di Vicenza, Antonino Cappelleri, nei confronti delle possibili (con)responsabilità delle massime istituzioni bancarie e finanziarie (in primis Banca d’Italia) Bertelle sorride più volte e ribadisce le sue accuse a via Nazionale.
Di certo quei sorrisi sulla presunta delicatezza indagatoria sono e rimangono monchi in assenza del dr. Cappelleri a cui sono rivolti, per cui sarebbe indispensabile una precisazione al riguardo del magistrato ora promosso a capo della procura di Padova.
Se arriverà noi ben volentieri la registreremo e la renderemo nota con tutta l’evidenza del caso.
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