Processo BPVi 17 gennaio in video, Matteo Marzotto ex cda: “ingenuo su baciate, scandalizzato da fondi esteri”. Ma rimase dopo condanna per caso Permira – Valentino

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Mi ci sarei tenuto lontano km, visto quello che è accaduto dopo“. Inizia così in tribunale a Vicenza la deposizione per il processo BPVi del testimone Matteo Marzotto, ex componente del Consiglio d’amministrazione della Banca Popolare di Vicenza, alla prima esperienza in un cda di una banca (primo lancio il 17 gennaio 2020, aggiornamento con video integrale della deposizione il 18 alle 11.11, ndr).

Marzotto al processo BPVi
Marzotto al processo BPVi

Davanti al collegio giudicante (presidente Deborah De Stefano, giudici latere Elena Garbo e Camilla Amedoro) e all’accusa (pm  Gianni Pipeschi) Matteo Marzotto, che in quell’epoca a Vicenza era anche presidente della Fiera e del Cuoa, continua così: “Pensavo fosse interessante, lessi lo statuto BPVi che prevedeva un cda eterogeneo con diverse personalità del territorio, mi sembrava giusto entrare“.

Poi è iniziato il crollo della banca, con la prima ispezione della BCE: “Lo ricordo come un trauma – spiega il teste – fummo tutti citati come consiglieri non adeguati, io risposi all’ispettrice che si sbagliava“.

Il dubbio della BCE è che cosa ci facesse in un cda bancario un manager che si era occupato solo di abbigliamento tessile: “Sulla base dell’esperienza bancaria in BPVi non dovevano scegliere me“, ammette Marzotto che poi sulle questioni patrimonio e prestiti afferma:

Non ricordo dei finanziamenti baciati, ero particolarmente ingenuo“.

Ma sui fondi reagii molto male: ero fortemente a disagio per i fondi chiusi maltesi che dopo mesi sono comparsi e da cui ognuno sa che bisogna tenersi alla larga ma su cui erano stati deviati soldi previsti per acquistare fondi Azimut da tripla A. Mi son cascate le braccia e sono intervenuto duramente durante un cda” aggiunge Marzotto che pure, ricordiamo noi, rimase in quel cda fino al 2016, anche dopo essere stato condannato in primo grado per operazioni di estero vestizione per il caso della vendita a fondi di esteri di Valentino Fashion Group, di cui era presidente e socio tramite la finanziaria di controllo che aveva incassato e distribuito i proventi della vendita a Permira, fondo lussemburghese.

Tutto quello che è successo dopo è stato uno shock“, conclude.

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Giovanni Coviello