Le requisitorie dei pm Salvadori e Pipeschi termineranno martedì prossimo, 15 dicembre, con l'esame della posizione di Emanuele Giustini, uno dei sei imputati al processo BPVi con Gianni Zonin, il ventennale presidente a sua insaputa, il consigliere Giuseppe Zigliotto, con sue imputazioni specifiche ma anche uno dei referenti principali degli industriali vicentini, i dirigenti Marin, Pellegrini, Piazzetta, e la Banca Popolare di Vicenza in Lca come responsabile amministrativo mentre è stato “stralciato” l’ex Ad per qualche tempo e a lungo direttore generale Samuele Sorato.
Abbiamo, intanto, assistito anche oggi a una puntuale ricostruzione dei fatti e delle testimonianze a carico degli imputati nella tre giorni di requisitorie di Luigi Salvadori, tra i due pm quello più padrone della scena, e di Salvatore Pipeschi, che, pur lontano dalle figure (e dalle sicurezze oratorie) degli accusatori da tv, oggi si è, finalmente?, levato in volo fotografando le azioni di Gianni Zonin come proprie di "un presidente forte ed invasivo"...
Ma, inutile negarlo, se le sintesi e le ricostruzioni finali dell'accusa sono tecnicamente necessarie per collegare e chiarire tutto quello che si può collegare e chiarire, saranno i pochi minuti finali dei pm, dedicati alla formulazione della richiesta delle pene, quelli che in effetti rimarranno impressi nella cronaca di questo processo BPVi, secondi per importanza solo a quelli in cui la presidente Deborah De Stefano leggerà la sentenza che verrà pronunciata dopo la sala di consiglio con i giudici a latere Camilla Amedoro ed Elena Garbo.
Eppure se, come sembrerebbe logico prevedere (se non altro per... decenza verso le vittime), la sentenza sarà negativa per gli imputati più coinvolti, non "i sottoposti" esecutori, e se sarà di sicuro appellata perché poi tutto si prescriva, i minuti finali dell'accusa e quelli della sentenza, mai potranno entrare nella storia.
Non potranno entrarci perché, questa è la sentenza già pronunciata dall'assenza di interesse per il dibattimento da parte dei 118.00 soci azzerati, il processo BPVi è stato troppo soft, è il parere non solo nostro, per le imputazioni marginali in esame, per l'incompletezza evidente dell'elenco degli imputati e, sopra ogni cosa, per l'evidente assurdità, se non giuridica per lo meno fattuale, dell'assenza su quel banco del "sistema", sintetizzabile nel nome di Banca d'Italia, addirittura chiamata a reclamare i danni subiti!
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