Non è la prima volta che si registrano frizioni al processo BPVi tra la presidente del collegio, Deborah De Stefano, e alcuni avvocati dei risparmiatori costituitisi come parti civili, frizioni che si sono aggiunte, a detta segnatamente degli avvocati Bertelle e Vettore, ad obiezioni inusuali a loro domande da parte dei rappresentanti dell’accusa “di solito in sintonia con le parti civili“.
Oggi, però, in occasione della deposizione dell’ex dirigente della Banca Popolare di Vicenza Luca Triban, le frizioni si sono tramutate in un secco scontro tra l’avvocato Renato Bertelle e la dottoressa De Stefano che, ad una sua domanda su eventuali coinvolgimenti del cda della banca, ha fermato con voce ferma il legale sottolineando che l’argomento affrontato era documentale.
Da lì un rapido ma decisamente inusuale, anche per i toni di voce usati, “botta e risposta” durante il quale all’osservazione di Bertelle sul fatto che “tutte o quasi le domande delle udienza avessero riferimenti documentali e che erano permesse ai legali della difesa ma non alle parti civili” replicava duramente la presidente De Stefano che intimava al legale, laddove avesse rimostranze da fare, di rivolgersi “al terzo piano, ufficio reclami“.
Se Bertelle dichiarava di riservarsi di farlo e se l’obiezione e l’atteggiamento del collegio, ci è stato, poi, confidato da altri legali in aula, si riferirebbe a “una persistenza di alcune parti civili a ripetere domande sul cda tout court che, per la linea dell’accusa e, quindi, per l’andamento processuale non è in discussione se non per due suoi componenti, gli imputati Gianni Zonin e Giuseppe Zigliotto” riportiamo qui la video intervista all’avvocato Bertelle, che, però, rimarca proprio quella che, a dire suo ma non degli altri legali, sarebbe una “resistenza a domande sul cda” in tutto il corso del processo BPVi.