Dopo l’udienza del 14 gennaio davanti al collegio (con Chiara Cuzzi presidente, Giulia Poi e Claudia Molinaro come giudici a latere) che ha aperto il processo all’ex dg della Popolare di Vicenza Samuele Sorato con la presentazione delle parti civili e le obiezioni della difesa (qui la nostra cronaca), abbiamo raccolto la sintesi e il commento dell’avvocato di parte civile privata Michele Vettore.
Avvocato Vettore, questa prima udienza è andata come se l’aspettava?
Non è andata come me l’aspettavo per quanto riguarda i tempi. Ora sono le 16:30, abbiamo iniziato alle 9:45, quindi un’udienza molto, molto lunga. L’esito è stato non preventivato in quanto le difese degli imputati hanno sollevato nuovamente una questione di legittimo impedimento per quanto riguarda la presenza del dottor Sorato al processo. Il collega ha ritenuto di sottoporre a una nuova valutazione le condizioni cliniche dell’imputato, ragion per cui è stato affidato l’incarico a un consulente che verrà alla prossima udienza il 27 gennaio per accertare che vi sia la capacità di stare in giudizio per quanto riguarda l’imputato. Tutto ovviamente dipenderà da quella perizia. Io penso che da qui al 27 ci sia tutto il tempo per cui dei seri professionisti possano definire una volta per tutte se c’è o non c’è la capacità di Sorato di stare in giudizio. È interesse anche delle parti civili stesse che il processo abbia un’evoluzione naturale senza ostacoli per cui ben venga questa consulenza e speriamo che venga confermata la capacità di stare in giudizio del dottor Sorato.
Accennava prima alla lunghezza dell’udienza. Essa è dovuta anche, se vogliamo chiamarlo così, allo scontro procedurale tra la difesa e le parti civili sulla possibilità o meno di quest’ultime di interloquire.
È interesse dei difensori estromettere le parti civili o quantomeno zittirle, mentre le parti civili hanno l’interesse opposto ad esporre le proprie ragioni e difendere i diritti dei soggetti che tutelano, quindi è normale questa diatriba tra difesa e parti civili, è una cosa che avviene in tutti i processi. In questo caso c’è una posta in gioco particolarmente delicata e sperata da parte di tutte le parti civili, quindi purtroppo rispetto al solito questo meccanismo è più accentuato.
Lei in un suo intervento ha citato un decreto relativo all’emergenza Covid, ci può spiegare di cosa si tratta?
Visto che la difesa ha tirato in ballo l’emergenza Covid, io ho fatto presente che i decreti legge del 2020 prevedono la possibilità di stare in giudizio in videoconferenza, quindi qualora eventualmente ci sia la capacità processuale del dottor Sorato di stare in giudizio e lo stesso non ritenga conveniente esporsi a rischi Covid, potrà chiedere di assistere al processo mediante videoconferenza.