Processo BPVi, udienza con Dalla Grana primo teste nell’aula bunker di Mestre: i soci brillano per assenza. Ma ci sono sempre Zonin e… VicenzaPiu.tv

783
Aula bunker di Mestre per il processo BPVi
Aula bunker di Mestre per il processo BPVi

È iniziata verso le 10.30, con qualche ritardo tecnico, la dodicesima udienza del processo BPVi nell’aula bunker di Mestre, che col suo nome fa evocare grandi processi con partecipazioni popolari, oltre che di imputati e avvocati, che perciò stesso richiedono un’aula adeguata e ben controllata (non certo in questo caso per improbabili problemi con e per gli imputati…).

Ma da dodici udienze quello che si registra tristemente è la pressoché totale assenza dei soci azzerati dalla BPVi (oggi c’è Elisabetta Gatto), delle associazioni che li rappresenterebbero e di gran parte degli avvocati di parte civile (vediamo per ora in aula Bettiol, Bertelle, Vettore, Ciccotto, Ravagnan e pochi altri che non conosciamo direttamente e che citeremo in futuro appena possibile).

È ovvio che né il collegio giudicante (la presidente De Stefano con Garbo e Amedoro) né i pm (Salvadori e Pipeschi) non sono né potrebbero essere influenzati (i giudici nelle valutazioni, l’accusa nella vis dei suoi interventi) dalla presenza insignificante in aula dei presunti danneggiati, gli oltre 100.000 azionisti risparmiatori.

Ma, siccome nel nostro mondo, si parla sempre più di dati reali e dati percepiti con i secondi a “drammatizzare” i primi (un esempio su tutti le temperature) come si può pretendere almeno un maggiore e più partecipato interesse dei media (e, peggio, dei politici?) se ai dati reali dei presenti (da uno a poche unità) si aggiunge la drammatica percezione di disinteresse (dicono alcuni rassegnazione) di coloro per i quali viene celebrato il processo?

Già di per sé stesso incentrato su reati minimali rispetto all’entità del crac (servono prove che evidentemente non è stato agevole procurarsi, diciamo a noi stessi) e per giunta “imputati” a ben pochi possibili responsabili, da cui sono rigorosamente esclusi i consiglieri del cda, Zonin e Zigliotto a parte, i sindaci, i revisori e, soprattutto, i controllori che non hanno controllato o saputo controllare (Banca d’Italia e Consob), il processo BPVi prosegue così stancamente, nonostante lo sforzo dei pm e la partecipazione attiva del presidente, verso una fine che, qualunque essa sarà, non possono prevedere gli assenti, i danneggiati e molti dei loro rappresentanti.

In queso vuoto si staglia la figura di Gianni Zonin sempre presente in prima fila ad ascoltare (e guardare negli occhi) i testimoni, forse per ricordare, grazie al comunque poco che dicono e spesso solo grazie a Salvadori e Pipeschi, più volte costretti a ricorrere ai loro verbali di testimonianza per aiutarli a coprire anche i loro vuoti di memoria, quanto dichiarò costantemente di non ricordare ai membri della Commissione parlamentare di inchiesta sulle banche.

Queste sono anche oggi le nostre percezioni che molti di voi, notevolmente più numerosi dei presenti in aula, stanno verificando di persona vedendo ed ascoltando i video integrali che proponiamo in esclusiva dall’udienza del 13 giugno su questo mezzo, sul nostro canale YouTube e sul canale streaming VicenzaPiu.tv e LaPiu.Tv (qui il nostro palinsesto) visibili su Pc e tramite l’omonima App disponibile gratuitamente per l’ambiente iOs e Android.

A seguire, quindi, il video della prima deposizione, quella dello storico “combattente” anti BPVi dell’era Gianni Zonin, Maurizio dalla Grana, figlio del presidente della Banca Popolare di Lonigo che mai digerì, oltre che l’operazione, la gestione successiva rendendosi promotore di varie “denunce” assembleari e nelle sedio opportune premonitrici del crac di cui oggi si esaminano in tribunale le cause e i responsabili.