Dopo l’udienza del 19 settembre scorso (qui la nostra cronaca), in cui c’erano state le dichiarazioni spontanee dell’ex presidente Gianni Zonin prima delle requisitorie contro Marin e Piazzetta, è ripreso il 20 settembre presso l’aula bunker di Mestre (Venezia) il processo d’appello BPVi davanti al collegio veneziano presieduto da Francesco Giuliano, con i giudici Alberta Beccaro e David Calabria, e con l’accusa rappresentata dal procuratore generale Alessandro Severi, affiancato da Paola Cameran e col supporto dei Pm del I° grado di Vicenza Luigi Salvadori e Gianni Pipeschi (qui tutte le udienze su ViPiu.it, qui “Banca Popolare di Vicenza. La cronaca del processo”, il libro/documento sul primo grado da noi pubblicato, ndr).
Sul banco degli imputati ci sono Zonin (condannato in primo grado a 6 anni e 6 mesi oltre a sanzioni e confisca) Giustini (sei anni e tre mesi etc.), Marin (sei anni etc.), Piazzetta (sei anni etc.), Zigliotto e Pellegrini, assolti in primo grado ma la cui assoluzione è stata appellata dalla Procura di Vicenza.
Nel secondo giorno di requisitorie nel processo d’appello BPVI protagonista indiscussa è stata, e non poteva essere diversamente, la rappresentante della procura generale, il pm Paola Cameran che, nell’arco di circa 6 ore, con una settantina di minuti di pause complessive tra metà mattina e il pomeriggio intorno alle 17, ha contestato chirurgicamente le obiezioni proposte per l’appello da Enrico Ambrosetti (illustrate qui per voi dal prof. Rodolfo Bettiol), il difensore dell’ex presidente Gianni Zonin, ed ha esposto le richieste di condanna a conferma della sentenza di primo grado.
Giovanni Zonin, tra l’altro, come al solito, sempre presente, è rimasto per tutta l’udienza nel mirino di Cameran, che ha più volte sottolineato il suo ruolo e la sua gestione “autarchica”: per il pm in sostanza Zonin rimaneva sordo alle richieste, alle segnalazioni e alle “proteste” dei soci e dei dipendenti.
Ancora, riferendosi alle dichiarazioni spontanee di Zonin rese all’udienza del 19 scorso, Cameran, appellandolo “uomo copertina”, ha ribadito come gli investimenti di Zonin per 25 milioni di euro “erano dovuti”, perché se lui non avesse sottoscritto gli aumenti di capitale nessun altro l’avrebbe fatto.
All’impero nella BPVi di Zonin il procuratore ha, ancora, fatto riferimento ricordando le sette nomine consecutive al ruolo presidenziale, ritenendo perciò impossibile che Zonin non sapesse e, anzi, individuando la strategia criminosa perseguita nella linea amministrativa che era lasciata a “direttive orali e informali, a canali comunicativi con i destinatari impossibili da tracciare”.
E per le baciate? Non farle, per Cameran, avrebbe implicato “consegnare” la BPVi a Bankitalia mentre l’ex presidente avrebbe resistito al comando fino al 2015 per rimanere al vertice era l’unico mondo individuato per trovare una soluzione impossibile da trovare
La dottoressa Cameran ha, quindi, concluso chiedendo che venga accertata la sussistenza della responsabilità penale di Zonin, perché sapeva tutto anche delle operazioni baciate.
La requisitoria della Procura è proseguita per la posizione di Emanuele Giustini, la cui memoria spontanea e il cui interrogatorio di “pentimento” e di ammissione di corresponsabilità sono stati considerati dal pm Cameran sinceri e meritevoli di attenzione, perché frutto di un percorso di ravvedimento già intrapreso in I° grado.
I comportamenti processuali in appello di Giustini, tanto più che la non sintonia col dg Sorato dell’ex vice dg per i mercati comportò il suo esautoramento dalla funzione nel 2015, sono, quindi, tali da meritare un ricalcolo al ribasso della pena, ribasso che verrà proposto il 22 settembre, giorno della nuova udienza in cui la Procura completerà le sue requisitorie intervenendo sulle posizioni dell’ex membro del Cda, Giuseppe Zigliotto, e del dirigente responsabile del bilancio, Massimiliano Pellegrini, entrambi assolti in I° grado, ma riportati in giudizio dai pm di Vicenza, Pipeschi e Salvadori.
L’articolo è a firma dell’avv. Marilena Bertocco, che, con avv. Fulvio Cavallari, segue per noi le udienze.
Entrambi sono esponenti di Adusbef Veneto e rappresentanti di parti civili ma la massima loro attenzione deontologica ai fatti rappresentati nelle udienze del processo d’appello BPVi e la loro specifica competenza legale sono le ragioni per cui abbiamo affidato a loro e non a colleghi giornalisti la cronaca delle udienze, pur se con la mia dovuta supervisione come direttore responsabile di ViPiu.it, sempre disponibile a raccogliere e rendere note eventuali osservazioni di ogni tipo di tutte le parti interessate.