Processo d’appello BPVi 13 giugno, in attesa del “riesame bomba” di Giustini l’accusa sente Fagnano e Mossetti: al centro (sì e ni) baciate e… Bankitalia

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Processo appello BPVi: aula bunker a Mestre (foto di repertorio)
Processo d'appello BPVi : aula bunker a Mestre (foto di repertorio)

In attesa del "riesame" a sorpresa di Emanuele Giustini ("Processo d’appello BPVi 1° giugno: il collegio veneziano ammette per il 15 giugno l’esame “rinnovato” di Giustini. Tremano Zonin, Zigliotto e Pellegrini?") procede a spron battuto l'appello a carico dei vertici della BpVi Zonin (condannato in I° grado a sei anni e sei mesi più sanzioni e confisca), Giustini (sei anni e tre mesi etc.), Marin (sei anni etc.), Piazzetta (sei anni etc.) oltre che a carico di Zigliotto e Pellegrini, assolti in primo grado ma la cui assoluzione è stata appellata dalla Procura di Vicenza (qui tutte le udienze, “qui “Banca Popolare di Vicenza. La cronaca del processo”, il libro/documento sul primo grado da noi pubblicato, ndr).
Presidente del Collegio veneziano del il Processo d’appello BPVi è il Francesco Giuliano con i giudici Alberta Beccaro e David Calabria, mentre l'accusa in appello è rappresentata dal sostituto Alessandro Severi, affiancato da Paola Cameran e col supporto dei pm del I° grado di Vicenza Luigi Salvadori e Gianni Pipeschi.
L'udienza del 13 giugno, seguita a quella dell'8 (di cui riferiremo, ndr) ed entrambe dedicate a testi della Procura, si è aperta con la testimonianza del dott. Fagnano, già sentito in primo grado, quale responsabile della pianificazione strategica e pianificazione dei budget annuali dal 2012 fino alla liquidazione della Banca a giugno 2017, rispondendo della sua attività direttamente al dr Pellegrini, il quale lo accompagnava, per la maggior parte delle volte, alle riunioni mensili della divisione mercati.
Sostanzialmente, alle domande sulle cosiddette "operazioni baciate" su cui si è concentrato il suo esame, il dott. Fagnano si cela dietro ad una sua personale percezione di un "fenomeno tollerato", affermazione di cui riconosce la personale paternità, intendendo con ciò la conclusione a cui è giunto a seguito di alcune valutazioni concomitanti: poiché, cioè, a detta di alcuni funzionari della banca si trattava di attività già praticate dalle altre banche popolari, che non creava grandi problemi di vigilanza, e soprattutto poiché Sorato ad una riunione del 2015 avrebbe riferito di una sorta di "compiacenza" di Banca d'Italia.
Via Nazionale sarebbe stata, quindi, a conoscenza per filo e per segno di ciò che accadeva in BpVi e continuava a ritenerla come una banca aggregante, ma Fagnano sottolinea di non poter dichiarare se tali affermazioni di Sorato fossero millantate o realtà.
Fagnano, sempre in merito, parla, però, di una sua consapevolezza su operazioni che definisce "border line" o comunque che si inserivano in un'area grigia ma senza mai aver sentito dagli alti funzionari di riferimenti espliciti a "operazioni baciate", fenomeno che avrebbe scoperto solo successivamente all'ispezione della Bce.
Ma, su contestazione del Pm, dott. Pipeschi, sull'evidenza in una mail del 2011 del riferimento esplicito a operazioni baciate Fagnano si chiude in un fatale "non ricordo".
Il testimone riconosce, comunque, che solo a novembre 2014 emerge durante le riunioni della divisione mercati grande tensione per la necessità di spostare le attività della banca dall'impiego alla raccolta, vale a dire, la necessità di procedere allo svuotamento del fondo acquisto azioni proprie al fine di sostenere la domanda di vendita massiva delle azioni molto superiore a quella di acquisto.
E naturalmente, non occupandosi di bilancio ma solo di analisi, Fagnano nulla ha potuto aggiungere circa la effettiva costruzione e strutturazione, neppure temporale, delle predette operazioni.
A seguire c'è stata oggi la testimonianza del dott. Alberto Mossetti, già sentito in primo grado quale responsabile della divisione controllo e gestione operativa della clientela fino al 2016 e anch'egli partecipe alle riunioni mensili della direzione mercati, ove svolgeva pure un ruolo di segreteria stilando gli ordini del giorno e raccogliendo gli allegati dei vari responsabili. Sentito nella specie sugli aumenti di capitale della BPVi del 2013 e 2014, Mossetti riconosce di aver eseguito un'analisi prioritaria e preventiva sull'aumento del capitale del 2014 stilando una lista di soci e pubblico indistinto, per individuare i clienti che avessero potuto avere maggior propensione all'acquisto.
La lista, che comprendeva, perciò, una serie di soci e clienti, veniva così pubblicata da marzo 2014 sul sistema informatico della banca ed era visibile a tutte le filiali che dovevano, prioritariamente, contattare i soggetti individuati uno ad uno, per comprenderne il gradimento all'acquisto, imponendo così di fatto un'operazione commerciale invasiva alle singole filiali stesse.
L'aumento di capitale e tutto il tema delle vendita delle azioni, a detta di Mossetti, erano temi molto riservati di cui non si discuteva alle riunioni pubbliche perché di esclusiva competenza e gestione dell'ufficio soci. E così anche delle operazioni baciate, di cui si accennava solo in qualche contesto informale.
Quindi anche per Mossetti ci sarebbe stato gran "stupore" da metà del 2015 con l'ispezione della Bce da cui emergeva l'entità del perimetro delle operazioni baciate mai prima di allora emersa nella sua criticità, e ciò pur essendo un fenomeno così lampante, ma mai prima appurato.
Il teste dell'accusa conferma d'altro canto quanto già affermato dal dr Fagnano e, cioè, la gran tensione nella direzione mercati nel 2014 per le difficoltà di gestire il fondo azioni e la spinta per collocare le azioni per attuare lo svuota fondo.
Da ultimo, a specifica domanda del Presidente del Collegio, Mossetti ammette che le compravendita delle azioni avrebbero dovuto sottostare alla direttiva Mifid del 2012 implicante il divieto di servizi di consulenza e sollecitazione appunto a quelle operazione mentre, invece, la Bpvi le trattava come vere e proprie operazioni commerciali, essendo forse l'unico modo in quel momento per gestire l'andamento della banca, ancorchè in violazione della normativa.
Conclusa la testimonianza di Mossetti, il Collegio veneziano rinviava quindi il Processo d’appello BPVi alla prossima udienza già fissata per il giorno 15 giugno quando è previsto il nuovo esame, definito auto ed etero accusatorio, del dott. Giustini.
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L'articolo è a firma dell'avv. Marilena Bertocco e si avvale per questa udienza della collaborazione dell'avv. Fulvio Cavallari, cosa che avviene a parti invertite per altre udienze a seconda delle reciproche esigenze organizzative e professionali.

Entrambi sono esponenti di Adusbef Veneto e rappresentanti di parti civili ma la massima loro attenzione deontologica ai fatti rappresentati in udienza e la loro specifica competenza legale sono le ragione per cui abbiamo affidato a loro e non a colleghi giornalisti la cronaca delle udienze, pur se con la dovuta supervisione del direttore responsabile di ViPiu.it, che è sempre disponibile a raccogliere e rendere note eventuali osservazioni di ogni tipo di tutte le parti interessate.

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