Processo di appello Veneto Banca: Costabile, difensore imputato unico Consoli, per rinnovazione dibattimentale e incompetenza tribunale di Treviso

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Processo di appello Veneto Banca, avv. Ermenegildo Costabile e Vincenzo Consoli (immagini di repertorio)
Processo di appello Veneto Banca, avv. Ermenegildo Costabile e Vincenzo Consoli (immagini di repertorio)

L’aula bunker di Mestre, appena svuotatasi dei sei imputati del procedimento di secondo grado per il crac della Banca Popolare di Vicenza, si ripopola (non è un gioco di parole ma una obbligatoria considerazione) con un solo imputato, Vincenzo Consoli, per la prima udienza (qui la preconvocazione con le parti interessate) del processo di appello Veneto Banca. (qui la cronaca su ViPiu.it di tutte le udienze di I° grado a Treviso)

Per il flop vicentino sei erano gli accusati (cinque condannati – Zonin, Piazzetta, Pellegrini Marin e Giustini – e uno assolto – Zigliotto) mentre un settimo, “stralciato”, Samuele Sorato, è ancora in primo grado a Vicenza anche se ora è vicina la sentenza (richiesti undici anni e mezzo dai pm, l’assoluzione dalla difesa).

Ma la tesi che l’accusa del processo di appello Veneto Banca (con la pm veneziana Maristella Cerato c’è inconsuetamente lo stesso pm del I° grado, Massimo De Bortoli, qui le perplessità dell’ex magistrato Giovanni Schiavon da noi pubblicate) dovrà ridimostrare al nuovo collegio (col presidente reggente della corte d’appello Carlo Citterio) l’origine dolosa del crac e, soprattutto, la responsabilità, anch’essa dolosa, di un unico imputato, l’ex Ad e Dg Consoli, condannato otto mesi fa dal Tribunale di Treviso a quattro anni di reclusione per i reati di ostacolo alla vigilanza e falso in prospetto mentre il reato di aggiotaggio era già allora prescritto.

La prima udienza è durata oltre quattro ore, durante le quali, dopo i vari passaggi procedurali, il difensore del banchiere, Ermenegildo Costabile, avvocato del Foro di Milano, nel suo intervento, oltre alla richiesta di parziale rinnovazione dibattimentale,  ha contestato, tra i motivi alla base del procedimento d’appello, l’indeterminatezza dei capi d’imputazione e l’incompetenza territoriale del Tribunale di Treviso a favore di quello di Trento.

Nel distretto di Venezia a cui fa capo Treviso, ci sarebbero stati, infatti, almeno due magistrati soci e, quindi, possibilmente “danneggiati” indicati (già in I° grado) nella dott.ssa Gabriella Zanon, giudice civile presso il tribunale di Venezia, e nella dott.ssa. Luisa Osellame, vice procuratore onorario presso la procura di Venezia (ne scrivemmo qui).

Se per il difensore, inoltre, Consoli non può aver fatto, eventualmente, tutto da solo, le parti civili temono ulteriori e vicine prescrizioni come conferma, in una sorta di auto difesa, anche il Pm di Treviso, Massimo De Bortoli: «Purtroppo i tempi sono stati lunghi, ma mancavano risorse che avevamo chiesto e che non ci sono mai state date».

Il presidente della Corte d’appello si è riservato di decidere, aggiornando il processo al prossimo 26 ottobre.

Qui tutte le udienze del processo di appello Veneto Banca