Processo di appello Veneto Banca, sentenza: per Vincenzo Consoli pena ridotta a 3 anni e revoca della confisca dei beni all’ex Ad

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Vincenzo Consoli
Vincenzo Consoli

La corte d’appello del processo contro Vincenzo Consoli, ex amministratore delegato e direttore generale di Veneto Banca, ha ridotto la pena di primo grado da quattro anni a tre anni, essenzialmente per la prescrizione di un reato ma, soprattutto, ha revocato la confisca dei beni.

La corte si è presa i classici 90 giorni per le motivazioni della sentenza contro cui è scontato fin d’ora che la difesa di Vincenzo Consoli, guidata dall’avvocato Ermenegildo Costabile, farà opposizione.

Sono queste le principali novità del processo d’appello per il crac di Veneto Banca, celebrato nell’aula bunker di Mestre dove Vincenzo Consoli era presente questa mattina in qualità di unico imputato per il reato di ostacolo alla vigilanza.

Per quanto riguarda la riduzione della pena, la Corte ha deciso in base alla richiesta di 3 anni formulata dai PM Maristella Cerato e Massimo De Bortoli, mentre in primo grado la condanna a Treviso era stata di 4 anni (leggi qui, Qui tutte le udienze del processo di appello Veneto Banca. ViPiu.it pubblicherà su Bankileaks.com i verbali delle udienze).

Tuttavia i PM avevano avanzato la richiesta di conferma del provvedimento di confisca dei 221 milioni di euro emersa dal processo trevigiano. Le altre accuse relative ad aggiottaggio e falso in prospetto sull’aumento di capitale 2014 sono andate in prescrizione.

Mentre si attendeva il verdetto della Corte d’Appello, fuori dall’aula bunker è andata in scena la protesta dei risparmiatori azzerati del Coordinamento Associazioni Soci Banche Popolari Venete “Don Enrico Torta”.

A nome loro, l’avvocato Andrea Arman ha detto stamane: “Non siamo qui per protestare sui fatti contestati a Consoli, perché non sono stati quelli a provocare il fallimento della banca” causata invece da “un’operazione finanziaria che ha portato al default delle banche venete su cui non è stata fatta ancora luce”.