Salvini salvato dalla “casta” a… 5 Stelle

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Luigi Di Maio e Matteo Salvini
Luigi Di Maio e Matteo Salvini

E così, forse con modalità leggermente diverse (in questo caso hanno deciso i “click” degli iscritti alla piattaforma Rousseau … i “capi” del M5S non hanno avuto neppure il coraggio di fare la scelta delegando “la gente”), il politicante di turno (in questo caso quel Matteo Salvini capo della Lega, senatore, vicepresidente del consiglio e ministro dell’interno) indagato per sequestro di persone aggravato, non andrà sotto processo.

Viene salvato dalla “casta”, dal M5S alleato di governo con la Lega di Salvini. E’ la solita, vecchia, malinconica storia. Quando serve, si fa ricorso alla “ragion di Stato”, si chiede e si decide che qualcuno è “più uguale” di tutti gli altri e che non può essere processato. E non importa se esponenti del M5S ci diranno che “così ha deciso la base”.

Il risultato è che si impedisce alla giustizia di fare il suo corso e, magari, assolvere Salvini. Lo si impedisce perché Salvini è una persona che non si può toccare (almeno in questo momento) perché, altrimenti, forse cade il governo. Così si permette a “lorsignori” di difendersi non “nel processo” ma “dal processo”.  E’, appunto, la solita, vecchia, malinconica storia della “casta” che salva se stessa.

Alla faccia del “governo del cambiamento”.

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Giorgio Langella
Giorgio Langella è nato il 12 dicembre 1954 a Vicenza. Figlio e nipote di partigiani, ha vissuto l'infanzia tra Cosenza, Catanzaro e Trieste. Nel 1968 il padre Antonio, funzionario di banca, fu trasferito a Lima e lì trascorse l'adolescenza con la famiglia. Nell'ottobre del 1968 un colpo di stato instaurò un governo militare, rivoluzionario e progressista presieduto dal generale Juan Velasco Alvarado. La nazionalizzazione dei pozzi petroliferi (che erano sfruttati da aziende nordamericane), la legge di riforma agraria, la legge di riforma dell'industria, così come il devastante terremoto del maggio 1970, furono tappe fondamentali nella sua formazione umana, ideale e politica. Tornato in Italia, a Padova negli anni della contestazione si iscrisse alla sezione Portello del PCI seguendo una logica evoluzione delle proprie convinzioni ideali. È stato eletto nel consiglio provinciale di Vicenza nel 2002 con la lista del PdCI. È laureato in ingegneria elettronica e lavora nel settore informatico. Sposato e padre di due figlie oggi vive a Creazzo (Vicenza). Ha scritto per Vicenza Papers, la collana di VicenzaPiù, "Marlane Marzotto. Un silenzio soffocante" e ha curato "Quirino Traforti. Il partigiano dei lavoratori". Ha mantenuto i suoi ideali e la passione politica ed è ancora "ostinatamente e coerentemente un militante del PCI" di cui è segretario regionale del Veneto oltre che una cultore della musica e del bello.