
Il processo contro Miteni, l’azienda chimica di Trissino, erede della RiMar (Ricerche Marzotto), accusata di aver contaminato con PFAS le acque di una vasta area tra le province di Vicenza, Verona e Padova, è entrato nelle fasi finali presso la Corte d’Assise di Vicenza. La Procura ha avanzato richieste di condanna per nove dei quindici imputati, ex dirigenti e quadri dell’azienda, accusati di avvelenamento delle acque potabili, disastro ambientale e inquinamento ambientale. Questo processo rappresenta il primo caso in Europa riguardante la contaminazione da PFAS, sostanze per- e polifluoroalchiliche note per la loro persistenza nell’ambiente e potenziale pericolosità per la salute umana (CGIL Veneto+3Greenpeace+3Vita+3Wikipedia+3Vita+3Greenpeace+3). In questo contesto, la Provincia di Vicenza ha formalizzato una richiesta di risarcimento di 4 milioni di euro, presentandosi come parte civile nel processo. L’avvocato Paolo Balzani, rappresentante legale dell’ente, ha illustrato in dettaglio le motivazioni della richiesta durante un’arringa di quasi due ore davanti alla Corte d’Assise.
“La Provincia di Vicenza rappresenta un territorio e una popolazione fortemente colpiti, per un quarto dell’intero vicentino, in uno dei beni più preziosi: l’acqua. L’acqua che ha reso ricco il vicentino, che ha fatto prosperare agricoltura e industria, per anni è stata contaminata da Miteni, con un’azione costante e continua”, ha dichiarato Balzani.
L’ente provinciale ha intrapreso numerose azioni per contrastare l’inquinamento, tra cui il blocco della produzione di Miteni e interventi sul sito contaminato. Questi interventi hanno incluso l’estensione della barriera idraulica da 3 a oltre 50 pozzi e l’installazione di palancole di contenimento, al fine di arginare la diffusione degli inquinanti. Queste operazioni hanno comportato un impegno significativo sia dal punto di vista ambientale che legale, con l’obiettivo di individuare i responsabili della contaminazione e richiamarli ai loro doveri.
Il presidente della Provincia di Vicenza, Andrea Nardin, ha commentato: “Nulla ci ripagherà del danno che abbiamo subito e delle conseguenze che ancora oggi cittadini e ambiente continuano a pagare. Gli imprenditori che si sono avvicendati alla guida di Miteni hanno dimostrato di avere consapevolmente anteposto le esigenze di mercato a quelle della salute e della tutela ambientale, un comportamento che nessuna sanzione pecuniaria può risarcire. Hanno contaminato la nostra acqua, quella che per anni abbiamo bevuto, hanno irreversibilmente contaminato il territorio sapendo ciò che stavano facendo, come gli atti processuali hanno dimostrato. La Provincia di Vicenza si è grandemente spesa sia per bloccare la contaminazione, sia per individuarne i responsabili. Ringrazio l’Avvocatura della Provincia, il suo dirigente Paolo Balzani, l’ufficio ambiente e tutto il personale che da tanti anni si sta dedicando a questa vicenda. Lo stiamo facendo con il massimo impegno e continueremo a farlo.”
La richiesta di risarcimento di circa 4 milioni di euro comprende sia danni non patrimoniali che patrimoniali. I danni non patrimoniali, quantificati in 3.794.355 euro, includono 1 milione di euro per danni all’immagine dell’ente e 2.794.355 euro per lo “sviamento di funzione”, ossia i costi generali sostenuti dall’amministrazione a causa del distoglimento di risorse umane e materiali dai fini istituzionali per affrontare la grave situazione ambientale. I danni patrimoniali, pari a 135.946,55 euro, riguardano spese amministrative e tecniche per accertamenti e provvedimenti correlati, tra cui indagini geologiche sul sito e consulenze specialistiche.
Questo processo rappresenta un momento cruciale nella tutela dell’ambiente e della salute pubblica, con l’obiettivo di ottenere giustizia per una comunità duramente colpita da uno dei più gravi casi di inquinamento ambientale in Europa.