Processo Pfas: le difese degli imputati puntano all’azzeramento del procedimento

559
processo Pfas
Aula dell'udienza preliminare

Il processo Pfas richia l’azzeramento. Una ipotesi formulata dal collegio difensivo delle parti civili Acque del Chiampo, Viacqua, Acquevenete e Acque Veronesi. L’ipotesi viene fomrualta a margine dell’ultima udienza del procedimento in Corte d’Assise a Vicenza riserva.

“La Corte – spiegano i legali Marco Tonellotto, Angelo Merlin e Vittore d’Acquarone – infatti ha integrato la sua composizione con la nomina di nuovi giudici popolari supplenti. Sempre la Corte ha quindi dato lettura di tutti gli atti del processo finora formati.

A quel punto gli avvocati della difesa dei 15 manager Miteni, Icig e Mitsubishi Corporation imputati, con l’accusa a vario titolo di avvelenamento delle acque, disastro ambientale innominato, gestione di rifiuti non autorizzata, inquinamento ambientale e reati fallimentari, hanno sollevato eccezione funzionale ad interloquire sulla eventuale necessità di rinnovare integralmente l’istruttoria dibattimentale. Gli avvocati presenteranno le loro istanze entro il prossimo 2 marzo. In ragione di ciò, potrebbe concretizzarsi il rischio di una rinnovazione delle prove testimoniali finora assunte.

Attendiamo di conoscere cosa dirà la controparte in merito alla richiesta di rinnovo dell’istruttoria dibattimentale – commentano ancora gli avvocati di Acque del Chiampo, Viacqua, Acquevenete e Acque Veronesi – ricordando che la stessa dovrà risultare motivata e non manifestamente superflua.

Infatti, l’eventuale rinnovazione deve tradursi in elementi di sostanziale utilità difensiva per gli imputati e non risolversi nella mera duplicazione delle prove già esperite. Considerato quello che è stato il suo svolgimento fino ad oggi, mi sembra non agevole configurare questo profilo di utilità oggettiva della rinnovazione delle prove dichiarative, che ove mai disposta e nella totalità delle testimonianze assunte, determinerebbe una sorta di inaccettabile regressione del processo per tutti coloro che rivendicano una giustizia efficace, giusta, veloce e puntuale”.

L’udienza ha visto poi la deposizione della docente universitaria dell’Ateneo patavino Cristina Canova che ha confermato, in relazione agli studi da lei effettuati, un rapporto proporzionale fra l’esposizione ai Pfas e lo sviluppo di determinate patologie.

qui una rassegna di articoli sul tema pubblicati da ViPiù

Processo Pfas il sito