Da quello “serio” l’ha salvato il voto dei grillini su Rousseau, ma Matteo Salvini a breve avrà comunque il suo processo. La Procura di Torino ieri ha infatti chiesto e ottenuto dal tribunale una data per celebrare l’eventuale processo a Salvini per vilipendio dell’ordine giudiziario, un passaggio – reso possibile dall’autorizzazione a procedere del Guardasigilli in ottobre – che solitamente è il preludio di una citazione a giudizio: nel caso andasse così, si inizierà prima dell’estate.
Il presunto reato risale al febbraio 2016, quando Salvini – in un discorso a Collegno – se la prese con l’inchiesta “Rimborsopoli” sui consiglieri regionali liguri e, in particolare, Edoardo Rixi, oggi sottosegretario: “Qualcuno usa gli stronzi che mal amministrano la giustizia. Se so che qualcuno, nella Lega, sbaglia sono il primo a prenderlo a calci nel culo. Ma Edoardo è un fratello e lo difenderò fino all’ultimo da quella schifezza che è la magistratura italiana, un cancro da estirpare”.
Si tratta, peraltro, della stessa magistratura che ha indagato sui 49 milioni “truffati” dalla Lega al Parlamento. Su questo processo, a differenza di quello per sequestro, Salvini fa il bullo:
“Processo più, processo meno… Non ho paura di nulla e di nessuno”.