Procede a passo abbastanza spedito con due udienze a settimana il processo sul crac dell’ex Banca Popolare di Vicenza a carico dell’ex dg Samuele Sorato la cui posizione è stata stralciata per gravi motivi di salute rispetto al filone principale che ha portato alla sentenza di primo grado contro l’ex presidente Zonin ed altri dirigenti (e la cui cronaca accurata del processo potete trovare nel libro di recente uscita del prof Rodolfo Bettiol curato dal giornalista Giovanni Coviello).
L’ex capo area Enzo Dalle Carbonare ha sostenuto il 19 novembre di essere stato licenziato per volontà diretta di Sorato per non aver voluto far sottoscrivere le operazioni cosiddette “baciate” ai clienti (fonte Giornale di Vicenza del 20 novembre). Il giorno dopo l’imprenditore Tranquillo Loison, sempre parlando di baciate, ha sostenuto, sempre stando a quanto riporta il GdV, che “Sorato non poteva nemmeno andare in bagno senza che Zonin lo sapesse” sottintendendo che il presidente dell’ex istituto di credito di Battaglione Framarin era a conoscenza di tutte le operazioni finanziate, le quali portavano al diktat di escludere i soci “sani”. Lo ha detto il 1 dicembre Costante Turco, ex dg dell’area centro-sud. Secondo Turco, fonte GdV, Sorato faceva costanti pressioni, soprattutto dal 2012 in poi, per concludere le operazioni baciate, pena il licenziamento, le quali però non doveva lasciare traccia scritta.
Venerdì 17 dicembre Emanuele Gatti, capo del team degli ispettori della BCE inviati il 28 gennaio 2015, ha detto, come riporta il GdV, che era “impossibile da parte della dirigenza non accorgersi dei fortissimi segnali di anomalia che si presentavano in banca, specie riguardo l’aumento di capitale del 2014” e di aver esplicitamente chiesto a Zonin di rimuovere Sorato dal suo incarico di dg. Insomma, alla luce di queste testimonianze e della condanna già avvenuta in primo grado nei confronti di Zonin, le responsabilità di Sorato paiono evidenti, anche se l’esclusione di Intesa come responsabile civile riduce di molto la possibilità di risarcimento di danni in caso di condanna.