È ripreso ieri a Vicenza il processo sul crac dell’ex Banca Popolare di Vicenza (qui tutti gli articoli su ViPiù.it sul tema) che vede come imputato l’ex dg Samuele Sorato che per motivi di salute aveva chiesto il legittimo impedimento. A parlare davanti ai pm Pipeschi e Salvadori il successore di Sorato in BpVi, Francesco Iorio.
Come riporta Il Giornale di Vicenza, Iorio ha dichiarato che fin dal suo arrivo nel 2015 gli fu chiara la gravità della situazione, di cui lo aveva avvertito anche Ramon Quintana Aguirre, il direttore generale della vigilanza della BCE.
In particolare l’ex ad ha detto di essere rimasto “colpito negativamente” dalla mole di operazioni cosiddette baciate: se per la BCE valevano circa 400 milioni, il successore di Sorato ha dichiarato che salirono con le sue verifiche fino a 1,2 miliardi. Secondo Iorio inoltre il suo predecessore aveva convinto al silenzio Bozeglav, capo dell’internal audit che proprio Iorio decise di sostituire, sulla presenza di 400 milioni di euro di baciate. Situazione critica anche quella che riguardò i fondi esteri, in particolare lussemburghesi e in particolare Optimum: Iorio chiese invano di rientrare dall’investimento di 350 milioni con svalutazioni arrivate a 175. I capitali investiti all’estero fanno parte del filone di inchiesta sulla bancarotta che i pm devono ancora chiudere.