Processo Veneto Banca, Costabile (avv. Consoli) contesta i numeri delle “baciate”. Tribunale riduce i testi della difesa

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Processo Veneto Banca: il piazzale del tribunale di Treviso
Processo Veneto Banca: il piazzale del tribunale di Treviso

Alla fine dell’udienza di oggi 24 settembre del processo sul crac di Veneto Banca (per tutte le udienze e notizie sul processo Veneto Banca clicca qui) che vede come imputato unico l’ex ad e dg Vincenzo Consoli difeso dall’avvocato di Milano Ermenegildo Costabile assistito dall’avvocato Raffaella di Meglio il presidente del collegio giudicante Umberto Donà ha revocato alcuni testi della difesa di Consoli precedentemente ammessi (tra i quali l’ex magistrato Giovanni Schiavon, ex vicepresidente di Veneto Banca, Ignazio Visco (governatore di Banca d’Italia) e Fabio Panetta (ex vicedirettore generale di Banca d’Italia). Ha inoltre imposto alla difesa Consoli di scegliere solo 8 testi tra gli azionisti di Veneto Banca e solo 20 testi tra i dipendenti, dirigenti ecc. inoltre dall’11 ottobre verranno citati 15 testi ad udienza. “Provvedimento probabilmente ritenuto necessario – commenta l’avvocato di parte civile Luigi Fadalti – data da un lato la già nota incombenza della prescrizione e dall’altro dal fatto che le ultime due udienze sono finite anticipatamente rispetto a quando preventivato per assenza di testi o di testimonianze in concreto superflue”.

In precedenza, come riporta il servizio di Milva Andriolli sul TgR Veneto, sono stati sentiti cinque testi, fra i vertici del corpo ispettivo della Banca d’Italia e della Banca Centrale Europea, tra cui Emanuele Gatti che nel 2015 firmò l’ispezione sulla Banca popolare di Vicenza e che nel 2012 aveva fatto l’ispezione su Bim, istituto controllato da Veneto Banca. L’avvocato di Consoli, Ermenegildo Costabile, ha contestato i criteri seguiti nella valutazione del capitale finanziato, le cosiddette operazioni “baciate”. Secondo la difesa i criteri sono quelli del 2015 quando la vigilanza europea dovette uniformare 19 diversi sistemi bancari, applicati però su fatti, oggetto del processo, che sono del 2013. La conseguenza secondo Costabile è che i numeri non sono giusti. Sui 157 milioni di capitale finanziato, sostiene Costabile, la stessa procura di Roma ha chiesto alla Bce un riconteggio.


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