Crac Veneto Banca, oggi altra udienza del processo che vede come anomalo unico imputato l'ex ad Vincenzo Consoli accusato di aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza e falso in prospetto (cfr. Parte in sordina processo per crac Veneto Banca: Consoli imputato unico. In pochissimi i presenti, socio Zaia si costituirà parte civile?) per discutere la "chiamata in causa" dell'ex istituto di Montebelluna come responsabile civile e altre questioni preliminari davanti al giudice Gianluigi Zulian, che, però, le ha rigettate tutte dopo una lunga camera di consiglio lasciando degli strascichi, si sottolineava a fine udienza, per il prosieguo del procedimento alla fine del quale almeno alcune delle decisioni prese oggi potrebbero anche essere motivo di richiesta di nullità della futura sentenza.
Al dibattimento odierno non era presente il difensore di Consoli, l'avv. Ermenegildo Costabile del foro di Milano, ma la sua collaboratrice, l'avv. Raffaella Di Meglio.
La prima questione era la responsabilità civile di Veneto banca in Lca, incompatibile secondo la difesa dell'ex Istituto montebellunese, avv. Francesco Mucciarelli, per un soggetto in liquidazione coatta amministrativa ma confermata dal giudice trevigiano come già avvenuto nel processo BPVi.
La seconda questione, rinnovata dalla Popolare in Lca, dopo l'analoga richiesta già rigettata alla difesa di Consoli, è stata l'esclusione di quelle parti civili che avevano sottoscritto la transazione con Veneto Banca e che all'epoca dell'OPT al 15% circa del danno subito (Offerta Pubblica di Transazione) sottoscrissero un patto di rinuncia ad azioni legali: a Vicenza il giudice decretò l'esclusione dei chi transò, a Treviso la decisione presa oggi è opposta.
La terza questione sollevata, questa volta dalla difesa di Consoli, è stata quella dell'incompetenza funzionale del tribunale di Treviso con la richiesta di trasmissione degli atti a Trento.
Questa eccezione è stata posta dall'avv. Di Meglio in base all'articolo 11 del codice di procedura penale in base al quale se nel procedimento vi è un magistrato che rivesta la qualifica di indagato o di persona offesa si viene a creare un problema di competenza che impone la trasmissione degli atti al distretto della corte di Appello competente.
Per Treviso il distretto sarebbe quello di Venezia, a sua volta da bypassare a favore di Trento per l'appartenenza proprio ai ruoli veneziani dei primi due magistrati probabilmente danneggiati "individuati a fatica, perché lo storico dei magistrati non è facilmente accessibile, e mentre altri ce ne dovrebbero essere" hanno sostenuto i difensori dell'imputato per i quali sarebbe stato possibile, se non addirittura facile, individuarli se solo si fosse chiesto proprio al rappresentante di Veneto Banca in Lca di attivarsi per produrre l'elenco dei togati soci all'epoca dei fatti contestati o anche in epoca successiva.
I primi due giudici soci e, quindi, possibilmente "danneggiati" indicati dalla difesa dell'ex ad di Veneto Banca (l'elenco disponibile era quello del 2016) sarebbero la dott.ssa Gabriella Zanon, giudice civile presso il tribunale di Venezia, e la dott.ssa. Luisa Osellame, vice procuratore onorario presso la procura di Venezia.
Se la difesa ha sostenuto con forza le sue ragioni, ancor più sostanziabili con gli elenchi dei soci magistrati da "svelare" con verifiche riscontrabili ma non disposte dal giudice del procedimento, il dr. Gianluigi Zulian le ha rigettate ritenendo che non fosse verificabile la condizione di persona danneggiata anche se è difficile immaginare che azionisti ancora presenti nel libro soci del 2016 avrebbero potuto alienare i loro titoli, e a quelli condizioni poi?
La difesa ha ritenuto "sbrigativa" la decisione con cui il giudice ha "liquidato" la questione sollevata per cui è da qui che potrebbero nascere gli strascichi a cui accennavamo.
Sono state, infine, calendarizzate altre sei udienze, una ogni quindici giorni, circa a partire dal prossimo sabato 6 febbraio, in cui si costituiranno le numerose parti civili previste.
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