Per sabato 10 aprile 2021 è fissato l'inizio del dibattimento del processo Veneto Banca, le cui indagini erano prima state trasferite a Roma e, poi, rispedite, dopo anni, a Treviso per competenza territoriale in base ai criteri che avevano portato Vicenza a sviluppare e chiudere la fase istruttoria sempre in città per arrivare alla celebrazione del processo conclusosi il 19 marzo scorso con una sentenza così da noi titolata "Zonin sei anni e sei mesi, Giustini sei anni e tre mesi, Piazzetta e Marin sei anni, assolti Pellegrini e Zigliotto"ìa prescindere dall'ulteriore condanna della BPVi in Lca per sue responsabilità amministrative.
Dopo non semplici valutazioni sia per l’esiguo numero di giudici a disposizione del tribunale di Treviso che per paventate incompatibilità, denunciate dalla difesa dell’imputato, l’ex ad e dg Vincenzo Consoli, rappresentato dall’avv. Ermenegildo Costabile e dall’avv. Raffaelle Di Meglio, il collegio che celebrerà il processo Veneto Banca n. 442/2021 R.G. TRIB. risulta composto dal dott. Umberto Donà, presidente, e, come giudici a latere, dalla dott.ssa Carlotta Brusegan e dal dott. Alberto Fraccalvieri.
A loro spetterà giudicare non i "soli" sei imputati (la posizione del settimo, Samuele Sorato, è stata stralciata per motivi di salute) del processo "cugino" di Vicenza per il crac della Banca Popolare di Vicenza, nonostante la polizia giudiziaria, nella fattispecie la Guardia di Finanza di Vicenza, avesse indicato in undici i possibili imputati e nonostante l'assenza tra gli stessi di praticamente tutti i membri del cda vicentino e del collegio sindacale (un discorso a parte andrebbe fatto anche per la società di revisione) ma esclusivamente l'imputato Vincenzo Consoli, che, al termine delle indagini dei pm Massimo De Bortoli e Gabriella Cama, sarebbe l'unico responsabile del flop dell'Istituto di Montebelluna.
Non sarà, quindi loro compito valutare e giudicare eventuali altre responsabilità (anche in questo caso gli organismi di vigilanza, Banca d'Italia e Consob, risultano tra le parti civili pubbliche offese e non tra i possibili corresponsabili del crac, in questo caso non per aver poco visto, come sotto Monte Berico, ma, forse, per aver aguzzato troppo lo sguardo verso la via Feltrina, dove sorgeva la direzione generale di Veneto Banca).
Ma non si può giornalisticamente non rilevare come appaia per lo meno singolare la motivazione, che parrebbe quella "principe" nell'aver sollevato altri membri del cda oltre che altri dirigenti di vertice da ogni possibile responsabilità, per altro a oggi finalmente da dimostrare in un'aula di tribunale e non solo sulle pagine dei giornali, più o meno schierati e più meno rispettosi del "Sistema".
La "motivazione" sarebbe riconducibile alla scarsa "competenza" (incompetenza?) dei componenti del cda di cui Consoli è stato componente e amministratore delegato prima di essere relegato al ruolo di direttore generale sotto un cda diverso da quello che avrebbe (mal) operato ai tempi in cui sarebbero maturate le premesse del crollo di Veneto Banca.
Se per chi ha evitato il peso dell'imputazione, comunque di per sé stessa una parziale e spesso moralmente indelebile condanna, visto il vezzo italiano per cui il verdetto è già nelle accuse, quella parziale o totale incompetenza è motivo di soddisfazione (e sollevazione), un esame, sia pure, ripetiamo, solo giornalistico di certe competenze giudicate in sede istruttoria "insufficienti" per determinare responsabilità di chi pure per anni sedeva, magari ben retribuito, in cda, potrebbe portare "gli incompetenti" o "poco competenti" quasi d offendersi per la loro (de)qualifica.
Facciamo un piccolo elenco, a buona memoria, dei tuoi e delle competenze imprenditoriali, professionali e manageriali di alcuni membri del cda, non imputati perché non potevano capire quanto di mefistofelico fosse orchestrato intorno a loro e, spesso, con il loro assenso dall'imputato unico Vincenzo Consoli; e riserviamoci di tornare in sede dibattimentale su alcune figure.
Rimanendo ai vivi (non lo è più il vice presidente Franco Antiga, uomo di provata esperienza, bancaria che assistette, fu detto durante la prima commissione di inchiesta sulle banche e mai verificato, al diktat di Carmelo Barbagallo, capo della vigilanza di Bankitalia, ai montebelluensi di "donarsi" ai vicentini) ricordiamo alcuni dei poco competenti in banche e alcuni dei ruoli da loro ricoperti
- Flavio Trinca, che in una nostra intervista ha definito "Barbagallo un disonesto", commercialista, presidente di Veneto Banca per 18 anni dopo che nei 12 anni precedenti era stato, prima, membro e, poi, presidente, del collegio sindacale oltre che parlamentare componente della Commissione finanze della Camera dei deputati)
- Gianfranco Zoppas, industriale e comproprietario di una società che fatturava al di sopra di un miliardo di euro oltre che socio di acque S. Benedetto
- Ambrogio Dalla Rovere, imprenditore e tra l'altro membro storico del cda della Cassa di risparmio di Verona, Vicenza, Belluno e Ancona
- Domenico Giraldi, già presidente della Cassa di Risparmio di Fabriano
- Vincenzo Chirò, banchiere comproprietario d banca Apulia al 30%
- Attilio Carlesso, commercialista, presidente Cantina Sociale di Soave
- Francesco Biasia, imprenditore nazionale del settore borse rilevato ai tempi d'oro dal gruppo Burani
Potremmo continuare nell'elenco, magari citando Diego Xausa, fondatore del gruppo Adacta e re dei sindaci, ma, se fossimo in loro, non imputati perché poco competenti saremmo felici ma un pizzico... colpiti nell'orgoglio che avrebbero potuto sostanziare testimoniando magari il loro buon operato: non portarono sfiga, come dimostrerebbero i fatti, ma lottarono per la continuità di una banca che avrebbe chiuso i battenti solo perché, ecco l'accusa anche contro di loro,07 un "despota" avrebbe deciso e fatto tutto sopra le loro teste.
Vuote?
Sei arrivato fin qui?Se sei qui è chiaro che apprezzi il nostro giornalismo, che, però, richiede tempo e denaro. Se vuoi continuare a leggere questo articolo e per un anno tutti i contenuti PREMIUM e le Newsletter online puoi farlo al prezzo di un caffè, una birra o una pizza al mese. Grazie, Giovanni Coviello Sei già registrato? Clicca qui per accedere |