Nell’udienza di ieri 15 novembre del processo sul crac di Veneto Banca (per tutte le udienze e notizie sul processo Veneto Banca clicca qui) che vede l’ex ad e dg Vincenzo Consoli come imputato unico difeso dall’avvocato di Milano Ermenegildo Costabile è stato sentito Stefano Trevisin (in Veneto banca dal 90 fino al 2017 – responsabile dell’ufficio acquisti) che ha riferito di essere stato minacciato dal consulente dei pm prima di Roma e poi di Treviso Luca Terrinoni che gli avrebbe mostrato una cartellina dove teneva una foto della moglie e della figlia, dicendogli che “qualcosa me lo devi dire” sennò doveva trovare qualcuno che gli “portasse le arance”. Dice che aveva “troppo timore per denunciare prima”. Poi ha anche riferito che Terrinoni era anche molto interessato a come mai ci fossero così tante coppie sposate o di fatto all’interno anche degli stessi uffici (anche sua moglie lavorava per Veneto Banca).
Poi è stato sentito Francesco Favotto (professore in pensione dell’Università di Padova), presidente del cda di Veneto Banca da aprile ad ottobre 2014, chiamato direttamente da Flavio Trinca (suo amico) che gli aveva riferito i rapporti difficili con Banca d’Italia, poiché si andava verso la vigilanza europea e che avevano ricevuto pressioni per il cambio del cda ma Consoli era un “perno irrinunciabile in quel momento” anche per garantire la continuità aziendale. L’ex istituto di credito di Montebelluna, come sostenuto dalla difesa di Consoli e confermato da Favotto, ebbe rapporti burrascosi anche con la BCE soprattutto dopo l’ispezione della Guardia di Finanza del 2015. Quella perquisizione, ha riferito Favotto, ha portato anche effetti disastrosi in termini di liquidità, nel cda (ha creato da quel momento un “si salvi chi può” ), sulle società di rating e ha portato uno “squarcio sulla fiducia dei depositanti, azionisti e mondo esterno”. L’allora dg Cristiano Carrus corse a Londra a spiegare la reale reputazione della banca. Sulle baciate Favotto ha detto che ritiene si sia trattato di un “depistaggio”. Con la prossima udienza del 22 novembre si dovrebbero finire i residui testimoni della difesa di Consoli.
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