Il Giornale di Vicenza con la vicenda profughi e Sky è diventato un caso nazionale di cattivo giornalismo. L?Associazione Carta di Roma, fondata nel dicembre 2011 per dare attuazione al protocollo deontologico per una informazione corretta sui temi dell?immigrazione, siglato dal Consiglio Nazionale dell?Ordine dei Giornalisti (CNOG) e dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana (FNSI), ha pubblicato un articolo dal titolo “La genesi di un fact checking, Dalla verifica delle fonti a Sky, il ruolo del giornalismo e dei titoli sensazionalistici“.Nell’approfondimento sul caso del GdV vengono riportate anche le parole del giornalista Fabio Butera che con un post su Fb, subito da noi rilanciato, è preso come esempio di “fact checking“: «Mi sono imbattuto in una notizia che m?interessava ed ho semplicemente deciso di approfondirla» ha raccontato Butera ad Associazione Carta di Roma. Tra gli aspetti interessanti della vicenda c?è il valore del titolo, che, afferma Butera «sembra sia diventata una sorta di zona grigia nella quale tutto è permesso». Lo stesso ministro dell?Interno ha rilanciato via Facebook un articolo sulla questione Sky «in quel caso si è creato però un cortocircuito poiché ha condiviso un pezzo che nel titolo ribadiva la questione dell?abbonamento per le partite di calcio, ma nel corpo del testo analizzava in altro modo, circostanziando e contestualizzando il tutto, in maniera puntuale».
Rispetto alla questione fake news Butera ribadisce come «concentrarsi sulla questione bufala non credo permetta di ragionare sulla complessità del lavoro giornalistico. Il mio obiettivo, con il post su Facebook, era proprio cercare di capire perché non si siano interpellati i diretti interessati, ovvero i migranti. Chiediamoci, noi giornalisti, se avremmo fatto la stessa cosa di fronte a una notizia che avesse riguardato un?altra categoria, ad esempio, quella dei negozianti. Probabilmente, loro, li avremmo interpellati».
Nel frattempo nei corsi giornalistici il caso GdV farà scuola.