Progetti di inclusione per le vittime di tratta

166

Nel territorio della Diocesi di Vicenza, con un fondo di circa 45.000 euro, la Caritas Diocesana Vicentina si occuperà dell’inclusione a favore di otto donne nigeriane vittime di tratta.

Il progetto, che prevede una durata di due anni, si svolgerà attraverso un percorso di integrazione delle donne nelle comunità in cui sono ospitate. L’obiettivo è che questo avvenga anche tramite l’aumento della capacità delle comunità locali di svolgere inclusione sociale delle vittime di tratta e attraverso la strutturazione di una rete attiva a livello europeo tra coloro che operano su questo campo.

Patricia Balestrin

«Siamo nella fase di avvio di questa esperienza, ma pienamente operativi – spiega Patricia Balestrin, una referente del progetto per la Caritas Diocesana Vicentina -. Pochi giorni fa abbiamo partecipato ad un primo evento formativo a Firenze in cui tutte le realtà coinvolte hanno esposto le buone prassi sviluppatesi nei territori di provenienza. Abbiamo avuto l’opportunità di conoscere i progetti avviati con successo in altri paesi europei, come Svezia, Francia e Belgio, ma abbiamo conosciuto anche un percorso avviato proprio a Firenze dalla Comunità Papa Giovanni XXIII. Si tratta di “Another Skin”, un laboratorio in cui alcune donne vittime di sfruttamento della prostituzione lavorano il cuoio e ne ricavano un guadagno per ricostruirsi una vita in autonomia».

A Vicenza i prossimi passi saranno una due giorni di formazione dedicata a chi farà parte dello staff del progetto e l’individuazione delle donne beneficiarie tra coloro che sono attualmente ospitate nelle strutture di Caritas Diocesana Vicentina e della Comunità Papa Giovanni XXIII.

«Sono tutte donne che sono state costrette a prostituirsi nel nostro territorio o durante il viaggio dal loro Paese di origine all’Italia – continua Balestrin – e per le quali nei prossimi giorni svilupperemo i percorsi di integrazione. Stiamo pensando a corsi formativi o tirocini, ma anche ad incontri di sensibilizzazione nelle scuole e all’avvio di gruppi di sostegno».

Tratto dal numero di domenica 12 maggio