Progetto Bridge  Ulss 8 Berica: “Un ponte tra ospedale e territorio”. Presentati a Vicenza i risultati dell’inziativa

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Ulss 8 Berica Progetto Bridge
Ulss 8 Berica

Sono stati presentati i risultati del “Progetto Bridge e Housing Sociale: Polo di Accoglienza. Un ponte tra Ospedale e Territorio”, dell’Ulss 8 Berica: coinvolti 145 minori e 541 adulti, sostenuti attraverso 1169 interventi psico-educativi individuali e 363 interventi di gruppo tra laboratori psico-educativi e gruppi di auto mutuo aiuto. E poi la parte divulgativa e informativa, sviluppatasi attraverso 6 eventi pubblici, che hanno richiamato centinaia di persone.

La presentazione del report nel corso di un evento a Palazzo Cordellina a Vicenza con due direttrici: la chiusura e il bilancio della prima parte di percorso sostenuto da Fondazione Cariverona (350.000 euro su un costo totale di 600.000 euro), di cui è stata capofila l’Ulss 8 Berica, e il rilancio del progetto stesso verso ulteriori sviluppi futuri.

Moderato dal Direttore dei Servizi Socio-Sanitari dell’Ulss 8 Berica Achille Di Falco, l’evento ha visto la presenza del Direttore Generale dell’Ulss 8 Berica Maria Giuseppina Bonavina e del Sindaco di Vicenza, Giacomo Possamai.

Per tracciare il bilancio e le prospettive del progetto, sono intervenuti il Direttore del Dipartimento di Salute Mentale Leonardo Meneghetti, la responsabile del progetto Bridge e del Centro di riferimento provinciale per i Disturbi del Comportamento Alimentare e del Peso Alessandra Sala, e la psicologa-psicoterapeuta presso il polo Bridge Barbara Volpato. Ospite speciale Aurora Caporossi, giovane romana che ha saputo superare un disturbo di anoressia nervosa per poi fondare l’associazione Animenta (di cui è presidente), che racconta, informa e sensibilizza sui Disturbi del Comportamento Alimentare; nel 2022 è stata inserita da Forbes tra gli Under 30 più influenti d’Italia.

Le aree di azione di Bridge e il Polo

Il progetto Bridge è uno spazio di ascolto e cura per minori e giovani adulti in condizioni di bisogno e le loro famiglie. È un modello altamente innovativo, perché funge da ponte tra la struttura ospedaliera e il territorio, per prevenire il burn-out dei familiari e svilupparne le risorse, specie nei percorsi di ospedalizzazione e trattamenti di lunga durata e anche dopo la fase acuta della malattia.

Tre le aree di intervento: i giovani che esprimono bisogni nella sfera psichiatrica (disturbi alimentari ed esordi psicotici), i bambini oncologici, i prematuri e le mamme che manifestano bisogni nella dimensione psicologica in gravidanza e nel post partum.

Il servizio offre interventi di psicoeducazione e sostegno psicologico per le persone assistite e le loro famiglie, svolti in una prima fase nei locali dell’Ulss 8 e dei partner e ora nel Polo ospitato nella palazzina in Contra’ Apolloni 13 a Vicenza messa a disposizione dal Comune d’intesa con la Provincia, che ne è comproprietaria.

Qui sono stati attivati uno sportello di orientamento sui percorsi di cura per le famiglie, i servizi educativi e di sostegno psicologico indirizzati ai minori e ai familiari e “Vicenza ospitale”, ossia lo spazio di accoglienza diurno e notturno (tre camere, ciascuna con bagno privato, la cucina e la lavanderia) a supporto delle famiglie durante i periodi di degenza ospedaliera dei minori e/o per ospitalità temporanea di giovani ricoverati in strutture semiresidenziali. 

È nato insomma un centro di riferimento e di sostegno per tutta la comunità.

I partner del progetto

Oltre a Fondazione Cariverona, co-finanziatori sono stati la Fondazione Emanuele, Luigi e Maria Dalla Vecchia onlus, che si occupa del sostegno a progetti scientifici legati ai disturbi del comportamento alimentare, e Vicenza for Children, da sempre impegnata al fianco dei bambini ricoverati per gravi malattie e delle loro famiglie.

Sul fronte pediatrico, Bridge si è avvalso anche dalla collaborazione di Croce Bianca Vicenza, che ha messo a disposizione la “Bambimbulanza” per il trasporto dei piccoli assistiti; a sostegno delle mamme e papà con problemi psicologici legati alla gravidanza e post-partum sono intervenuti l’associazione di professionisti Kairos Donna e l’associazione di mamme volontarie Convivium; per quel che riguarda la sfera dei disturbi alimentari, Bridge si è invece avvalso del supporto dei volontari dell’associazione Midori.

Le dichiarazioni

“Questo progetto e i risultati raggiunti – commenta Maria Giuseppina Bonavina – dimostrano la capacità della nostra Azienda di lavorare in rete con una pluralità di soggetti nel territorio, anzi proprio l’azienda socio-sanitaria può e deve essere il perno attorno al quale costruire alleanze virtuose e progetti innovativi. Come tutti i progetti legati ad uno specifico finanziamento, anche per Bridge era prevista una formale conclusione ma l’esperienza raccolta non andrà certamente dispersa, al contrario sarà lo stimolo per pensare forme di presa in carico sempre più integrate tra servizi sanitari e socio-sanitari, tra ospedale e territorio, non incentrate solo sulla persona assistita ma andando a comprendere in misura sempre maggiore anche il nucleo familiare nelle situazioni in cui questo necessita di supporto. Ringrazio dunque i finanziatori e le associazioni che hanno contribuito alle tante attività implementate, oltre naturalmente a Comune e Provincia che hanno reso possibile dare una sede anche fisica al progetto”.

Un concetto, questo, evidenziato anche da Achille Di Falco: “Il progetto nasce per costruire un ponte tra ospedale e territorio, da qui il nome Bridge, ma questa è in generale una funzione strategica svolta tipicamente dai servizi socio-sanitari. Non si tratta solo di una dimensione logistica, ovvero di dove vengono erogare le prestazioni, ma anche e soprattutto di appropriatezza e completezza della presa in carico, o meglio ancora di uno sviluppo della cultura della presa in carico non solo della persona assistita ma anche della sua rete di sostegno. In tutto questo, l’esperienza di Bridge ci dimostra ancora una volta l’importanza del contributo che può offrire il mondo dell’associazionismo, con cui come Azienda abbiamo un dialogo costante e una stretta collaborazione su molti fronti di intervento, inutile ricordare come ognuno di Noi sia straordinario in qualcosa, il nostro compito è fare sinergia tra persone “straordinarie””.

Un’alleanza che rappresenta anche una risposta rispetto all’aumento della richiesta di assistenza, in particolare per quanto riguarda i disturbi del comportamento alimentare, come spiega Alessandra Sala: “Nel post pandemia abbiamo visto un aumento significativo di richieste di trattamento e presa in carico ai servizi che si occupano di adolescenti e giovani con disturbi alimentari. In linea con i dati internazionali che riportano un aumento fino al 30% dei casi e del 50% dei ricoveri per queste patologie, anche il Centro di riferimento provinciale di Vicenza si è trovato a fronteggiare un aumento di richieste e di progressivo abbassamento dell’età di esordio del disturbo”.

“Fondazione Cariverona ha scelto di sostenere il progetto Bridge – Marta Cenzi, Responsabile area attività istituzionali di Fondazione Cariverona – perché in esso abbiamo riscontrato una piena coerenza con gli obiettivi strategici e le priorità trasversali della nostra programmazione. Si colloca quindi appieno all’interno del nostro terzo obiettivo strategico, quello dell’innovazione sociale, che lavora per il benessere e la qualità della vita delle persone e per costruire comunità che siano coese e inclusive”.