Approvazione unanime per il primo programma triennale della cultura della Regione del Veneto. L’assemblea di palazzo Ferro Fini ha dato l’ok definitivo al primo strumento di pianificazione previsto dalla nuova legge quadro per la cultura (lr 17/2019). Il programma, presentato in aula da Francesca Scatto (Lega,Lv) presidente della commissione cultura del Consiglio, diventa il documento strategico di pianificazione degli interventi regionali dal 2022 al 2024 per l’intero settore delle attività culturali: conservazione e valorizzazione del patrimonio monumentale e museale, servizi e attività culturali, spettacolo, imprese culturali e creative, sostegno alle grandi istituzioni del territorio. “Il piano triennale è il primo frutto operativo della nuova legge quadro regionale per la cultura (lr 17/2019) – ha ricordato la presidente Scatto – Se la legge quadro per la cultura è il presupposto per creare un sistema culturale organico, il programma triennale rappresenta l’inizio del percorso di attuazione. Il programma diventa quindi la bussola per definire le azioni prioritarie e incidere strutturalmente sull’intero sistema culturale al fine di sostenerne la ripresa dopo la terribile crisi creata dalla pandemia, e fare della cultura uno degli assi privilegiati per il coinvolgimento di tutti gli attori del comparto in un orizzonte di sviluppo imprenditoriale, di innovazione digitale e di crescita sostenibile. La cultura non è solo il ‘petrolio’ del Veneto, ma sarà la chiave del nostro futuro”.
Il programma triennale – ha spiegato ancora Scatto – disegna il nuovo ruolo programmatorio della Regione in ambito culturale e supera gli interventi settoriali promuovendo un nuovo approccio sistemico volto a fare delle attività culturali e del patrimonio artistico un diritto per tutti e una risorsa fondamentale per la crescita delle persone e per lo sviluppo dell’intero territorio”.
In 30 pagine il documento di programmazione fotografa la situazione del settore culturale in Italia in Veneto e monitora l’andamento dei consumi culturali e delle risorse pubbliche investite negli ultimi anni. La Regione del Veneto conta il maggior numero di siti Unesco tra le regioni italiane, 4 mila ville monumentali, 300 musei e beni monumentali con una media di 10 milioni di visitatori l’anno, e che vanta il primo sistema bibliotecario d’Italia con 301 biblioteche nel territorio, 750 archivi storici, 704 tra teatri e sale da spettacolo, 349 sale per musica e concerti, due fondazioni liriche di rilievo mondiale (Arena e Fenice), istituzioni culturali ed accademie di prestigio internazionale.
“Il Covid ha fatto tabula rasa delle attività culturali, ha abbattuto del 70-80 per cento i consumi culturali e la spesa delle famiglie – osserva la presidente Scatto – Il nuovo programma triennale è lo strumento di ripresa e resilienza per l’intero settore della cultura. Ci servirà per potenziare e qualificare la spesa, in modo da rigenerare l’offerta culturale e di renderla più omogenea e accessibile in tutto il territorio veneto, valorizzando le identità territoriali e l’integrazione con il turismo, la formazione, la ricerca e l’innovazione, secondo una visione di lungo periodo. Anche nelle politiche di finanziamento servirà un salto di qualità, per fare squadra tra pubblico e privato, intercettare i fondi comunitari, promuovere programmi di collaborazione interregionali e internazionali e mettere a sistema le importanti risorse che arriveranno con il Piano di ripresa e resilienza”.
Il programma triennale, che dovrà essere declinato in piani annuali di attuazione, individua le azioni prioritarie da sostenere, gli obiettivi da raggiungere nel triennio, i criteri per individuare le iniziative di interesse e rilevanza regionale da sostenere, le modalità di finanziamento degli interventi e quelle di verifica sugli esiti degli interventi.
Sono 13 le azioni prioritarie individuate per servizi e attività culturali per il triennio in corso: valorizzazione del patrimonio culturale; rigenerazione dei luoghi; sostegno alle attività culturali che promuovono la tradizione artistica regionale; conservazione e la fruibilità del patrimonio regionale culturale materiale e immateriale; riconoscimento degli ecomusei; valorizzazione dei beni di proprietà regionale; promozione dell’Archivio regionale della produzione editoriale; sviluppo e standardizzazione dei sistemi territoriali degli istituti della cultura; costituzione del Sistema informativo della cultura; la valorizzazione dei siti Unesco; regolamentazione della raccolta dei cimeli; sostegno all’editoria culturale regionale; digitalizzazione e innovazione culturale.
Per il mondo dello spettacolo e delle imprese culturali le azioni prioritarie individuate per il triennio sono: il sostegno alla produzione cinematografica e audiovisiva; la promozione nel territorio della cultura cinematografica; il sostegno alla distribuzione dello spettacolo dal vivo professionistico; lo sviluppo di residenze artistiche e teatrali; la valorizzazione dello spettacolo amatoriale; la valorizzazione delle imprese culturali e creative, l’avvio dell’Osservatorio dello spettacolo dal vivo. I criteri per individuare le iniziative di interesse regionale son imperniati su bacino di utenza, qualifiche professionali, replicabilità, qualità artistica, sostenibilità economica e ambientale, nonché percentuale di cofinanziamento dell’iniziativa. Parole-chiave della programmazione culturale 2022-24 sono l’integrazione collaborativa tra enti e progetti del mondo della cultura, e il raccordo con le politiche dell’istruzione, del turismo, dell’ambiente, del territorio, dell’industria e delle attività produttive: lo scopo è migliorare qualità e quantità dell’offerta culturale, ottimizzare le risorse e favorire l’attrattività del territorio veneto.
Nel corso del dibattito, introdotto dall’assessore alla cultura Cristiano Corazzari, la vicepresidente della commissione Cultura Elena Ostanel (Il Veneto che vogliamo) ha chiesto tempi certi e finanziamenti adeguati per gli operatori culturali piegati dalla grave crisi generata da due anni di pandemia. “Gli stanziamenti della Regione Veneto per la cultura sono scesi dai 32,7 mln del 2017 ai 17,1 del 2020 – ha denunciato Ostanel citando i dati di spesa riportati dal provvedimento di programmazione – Così si ignora il grido di allarme che proviene da tutti gli operatori culturali”. Per il capogruppo del Pd Giacomo Possamai il problema sarà ‘dare gambe’ al programma triennale: “La nuova legge sulla cultura è come una Ferrari, alla quale va assicurata ora la benzina per correre. Le risorse messe a bilancio in questi anni sono inadeguate”. Per Elisa Venturini, capogruppo di Forza Italia, il programma è uno strumento valido e per la ripresa post-pandemica vanno promosse in via prioritaria le filiere dello spettacolo professionale dal vivo e dello spettacolo amatoriale.