Proibizionismo della cannabis, se ne discute a Bassano Del Grappa con associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica Vicenza

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Un incontro sul Proibizionismo della cannabis è in programma a Bassano del Grappa nella saletta Angarano alle 20 e 30 di venerdì 27 gennaio promossa dell’associazione Luca Coscioni.

“Nel 1975 – spiegano gli organizzatori – esce la legge Cossiga contro gli stupefacenti, e negli anni successivi gli ultimi ettari coltivati a canapa nel nostro Paese scompaiono. La vendita In Italia della cannabis è stata vietata nel 1989. Il possesso di Cannabis è illegale, con pene che vanno dai 6 ai 15 anni di detenzione.

Se non ci fosse stato il proibizionismo, la canapa industriale sarebbe stata una grande risorsa e noi potremmo usarla per risolvere i tanti problemi dell’agricoltura, dell’economia e dell’ambiente. Se da alcune varietà di questa pianta si ricava una sostanza spicotropa è solo una sfortunata coincidenza.

Ma le cose stanno proprio così? In realtà – proseguono gli organizzatori – i termini della questione dovrebbero essere rovesciati: non è vero che noi non possiamo usare questa pianta per risolvere i problemi ambientali perché, purtroppo, è anche una droga.

Il dr Chirco Tommaso afferma: È vero invece il contrario: la canapa ricca di resina è in realtà prima di tutto un importante medicinale, ed è stata fatta diventare una droga negli anni Trenta per eliminare un pericoloso concorrente del petrolio, dell’industria chimica e della carta fabbricata col legno degli alberi.

La canapa (cannabis sativa) è sempre stata una delle principali piante coltivate, di grande importanza sia economica che strategica, perché serviva per fabbricare i più diffusi tessuti, le vele delle navi e le corde.

Gli usi medici della canapa indiana sono numerosi e importanti, e ne fanno una delle piante medicinali più utili in assoluto, come analgesico, antiemetico, ansiolitico, antidepressivo, nel mal di testa ed emicrania, nell’epilessia, nel glaucoma, nell’asma, nel Parkinson, ecc.
Negli anni Trenta la canapa era diventata matura per servire come fonte abbondante di materie prime per numerosi settori dell’industria. Un’industria molto più sostenibile per l’ambiente rispetto a quella che conosciamo.

Il dr Diego Silvestri precisa: Con il petrolio si incominciavano a produrre materiali plastici e vernici, e la carta di giornale della catena Hearst era fabbricata a partire dal legno degli alberi con un processo che richiedeva grandi quantità di solventi chimici, forniti dalla industria chimica Du Pont.
La Du Pont e la catena di giornali Hearst quindi si coalizzarono. Con una martellante campagna di stampa durata anni la cannabis, chiamata da allora con il nome di ìmarijuana, venne accusata di essere responsabile di tutti i delitti più efferati riportati dalla cronaca del tempo. Crearono una narrazione falsa.

Luciano fabris afferma: Nel 1937 venne approvata una legge che proibiva la coltivazione di qualsiasi tipo di canapa. Da notare che non venne proibita solo la canapa Medica ricca di resina, ma anche quella industriale.

Dagli anni Trenta in poi l’industria chimica del petrolio e quella della carta fabbricata col legno degli alberi hanno provocato infinite distruzioni negli ecosistemi mondiali. Se oggi si vuole costruire una società dei consumi molto più sostenibile per l’ambiente è quindi necessario rovesciare quella decisione, conclude Fabris.

I medici che interverranno venerdì dimostreranno che la cannabis non comporta dipendenza e danni. Tant’è che non esistono programmi di disintossicazione. E la cannabis viene usata per la disassuefazione da altre “droghe.” Faranno luce sull’effetto psicotropo della sostanza.

Da un punto di vista climatico la pianta della cannabis è ottimo come disinquinate il terreno da metalli pesanti e assorbe CO2 più di un bosco classico: Dovremmo piantare canapa in grandi quantità per affrontare il problema ambientale.

Con la canapa si potrebbero sostituire le foreste perdute e produrre ogni tipo di tessuti, fabbricare carburanti, materie plastiche e vernici non inquinanti. Con i semi della canapa si potrebbe colmare la carenza di proteine dei paesi in via di sviluppo. Salvare l’ambiente, produrre la carta in modo non inquinante e senza sacrificare gli alberi, sostituire i prodotti chimici del petrolio (migliorare i conti con l’estero e creare nuovi posti di lavoro)”.