Prosecco in lattina o Asiago contraffatto: novità legislative per la protezione dei prodotti certificati

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prosecco in lattina

Il prosecco in lattina è solo l’ultima battaglia da combattere contro la spoliazione del valore dei prodotti tipici del Veneto.

Basti pensare alle tante imitazioni proprio del prosecco (leggi prosek) o al fatto che nei primi posti del food certificato italiano contraffatto figuri un prodotto rinomato come il formaggio Asiago. Le associazioni industriali e i consorzi di produttori si schierano costantemente a difesa delle certificazioni conquistate con tanta fatica e dalla depredazione di fette di mercato da parte di produzioni che nulla hanno a che fare con l’eccellenza e che, in qualche modo, sfruttano la forza di questi marchi storici,

In questo senso, va allora segnalato che il Consiglio dei Ministri ha recentemente approvato il disegno di legge di modifica al Codice della proprietà industriale. In esso, viene confermato ed esteso il divieto di registrazione di marchi e servizi evocativi o usurpativi di indicazioni geografiche e denominazioni di origine protetta.

Una misura che giunge all’indomani dell’affacciarsi sul mercato del prodotto di una azienda: prosecco in lattina, da circa 25 euro al litro.

“Immagine e qualità del vino italiano, tra cui il Prosecco, sono incompatibili con la lattina”, ha detto perentorio il consigliere regionale Tommaso Razzolini del gruppo consiliare Fratelli d’Italia-Giorgia Meloni, in qualità di membro della Terza Commissione consiliare permanente del Consiglio Veneto in tema di politiche economiche e agricole.

“Ho provveduto nelle scorse settimane a segnalare alle autorità competenti, in particolare attraverso il Consorzio di tutela della denominazione Conegliano Valdobbiadene Docg, la strumentalizzazione a fini pubblicitari da parte di un’azienda che produce un vino da uve glera confezionato in lattina, millantando di offrire al consumatore un nuovo modo di gustare il Prosecco.

Una posizione decisa, ma doverosa – prosegue Razzolini – dopo le numerose segnalazioni e istanze raccolte dal comparto vitivinicolo del territorio collinare dell’Alto Trevigiano. Va ribadito che nei disciplinari dei Consorzi Doc e Docg il Prosecco può essere prodotto e commercializzato esclusivamente in bottiglia di vetro. Strumentalizzazioni del genere vanno denunciate con forza in quanto minano l’immagine di un vino di qualità e della propria area di produzione, che nel caso delle colline di Conegliano e Valdobbiadene risulta essere un territorio riconosciuto patrimonio mondiale dell’umanità. Sfruttare il richiamo internazionale del vino italiano più esportato al mondo in maniera impropria a fini commerciali è una pratica sleale e scorretta che va denunciata”, conclude Razzolini.

Sulle novità legislative interviene direttamente il Consorzio Tutela Formaggio Asiago, plaudendo all’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri.

“Il Consorzio Tutela Formaggio Asiago considera un passo importante l’approvazione della legge di modifica al Codice della proprietà industriale previsto dalle riforme del PNRR, in coerenza col Piano di azione sulla proprietà intellettuale per sostenere la ripresa e la resilienza dell’Unione Europea, col quale si esprime la volontà di perseguire le evocazioni che, indebitamente, sfruttano la notorietà delle denominazioni DOP e IGP e indeboliscono, con azioni di disturbo, la competitività dei territori.

L’impegno del Consorzio nel contrastare ogni tentativo di utilizzo improprio di un patrimonio che rappresenta un vanto e dà un importante contributo all’economia nazionale è da sempre globale.

In Italia, il precedente Codice della proprietà industriale (art. 14 CPI C bis) già indicava chiaramente che non è possibile registrare alcun marchio d’impresa relativo alla protezione delle denominazioni d’origine e delle indicazioni geografiche. L’attuale modifica al Codice della proprietà industriale, ribadendo la legislazione dell’Unione Europea (Reg. UE 1151/2012), nel primo articolo riprova e chiarisce che la protezione è da intendersi in senso estensivo, vietando la registrazione di marchi e anche di servizi evocativi o usurpativi di indicazioni geografiche e denominazioni di origine protetta e rafforza il controllo preventivo rispetto al deposito relativo alle domande di brevetto potenzialmente utili per la difesa del Paese”.