Le colline del Prosecco, in provincia di Treviso- scrive Primo Mastrantoni, segretario Aduc, Associazione per i diritti degli utenti e consumatori – sono Patrimonio Mondiale dell’Umanità. E’ il riconoscimento dell’Unesco, grazie alla bellezza paesaggistica, dovuta anche alla coltivazione vitivinicola.
Il Prosecco è un vino bianco, apprezzato anche nella versione spumante, prodotto per l’80% in Veneto. Il 75% della produzione è esportato. Noto fin dai tempi degli antichi romani, ha avuto un crescente successo tanto da superare lo champagne nelle vendite mondiali.
Lo scorso anno l’esportazione del Prosecco in Cina è aumentata del 31%. Un tesoro, quello del Prosecco, assolutamente da valorizzare per le esportazioni in Cina, e la valorizzazione “passa”, si fa per dire, proprio dalle parole del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia (Lega), il quale, in una trasmissione televisiva, dove si parlava di Coronavirus” ha dichiarato: “gli abbiamo visti tutti i cinesi che mangiano topi vivi”.
Non sappiamo chi sono questi “tutti” che hanno visto mangiare i topi dai cinesi, ma l’affermazione ha suscitato le proteste dell’ambasciatore cinese, cui sono seguite le scuse di Zaia, il quale, però, ha aggiunto, una ulteriore gaffe; dichiara, infatti, Zaia, un “mi scuso se ho offeso qualcuno”. “Qualcuno” sarebbero 1,38 miliardi di cinesi.
Vedremo i danni che Zaia ha inflitto ai rapporti commerciali tra Veneto e Cina, soprattutto nel settore vinicolo. Che dire? Alla mente ci sovviene Alessandro Manzoni che, ne “I Promessi Sposi”, nel capitolo che descrive la peste a Milano nel 1630, scriveva: “Si potrebbe però, tanto nelle cose piccole, come nelle grandi, evitare, in gran parte, quel corso così lungo e così storto, prendendo il metodo proposto da tanto tempo, d’osservare, ascoltare, paragonare, pensare, prima di parlare.”
Vale per molti dei nostri governanti, passati e presenti.