Prosek, Arnaldo Sciarretta (coordinatore Veneto di Meritocrazia Italia): “proteggiamo eccellenze Italiane, Prosek non è accettabile”

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Saranno 60 giorni di fuoco per opporsi, con ogni sforzo, al riconoscimento della menzione croata Prosek e per tutelare il nostro Prosecco appellandosi a tutte le argomentazioni giuridiche e politiche di un caso che rischia di rivelarsi un pericoloso precedente.
Infatti, la concessione di una parola assonante affinché diventi identitaria nell’immaginario collettivo riferendosi però a tutt’altro prodotto, non può che ingenerare un pericoloso effetto domino sul mercato di riferimento del nostro Prosecco, un gigante da 620 milioni di bottiglie e un fatturato complessivo di 2,4 miliardi di euro, di cui il 78% dall’estero – si legge nella nota che pubblichiamo di Arnaldo Sciarretta, coordinatore per il Veneto di  Meritocrazia Italia (qui le altre note su ViPiù.it dell’associazione, ndr).

Non sarà certo una battaglia semplice, perché il Prosek non è una volgare imitazione delle ben più note bollicine nostrane, ma un vino dolce da dessert tradizionalmente proveniente dalla zona meridionale della Dalmazia. Tuttavia, non sfugge a nessuno o quasi che la coesistenza di una Doc come quella del Prosecco ed un Prosek è semplicemente impossibile: sui mercati internazionali si andrebbe a ingenerare una confusione inaccettabile; nonostante ciò, il tentativo di attribuire la denominazione Prosek era iniziato già nel 2013 abortito sul nascere, ma ora le autorità croate ci riprovano, con l’assist della Commissione Ue.
Una partita che si gioca senza tenere in considerazione un intero territorio ben definito con una storia e una tradizione la cui notorietà è ormai consolidata in tutto il mondo e che non può essere sfruttata a beneficio di altri. Un territorio che è oggi valore riconosciuto anche dall’Unesco che ha iscritto le colline del Prosecco nella lista del Patrimonio mondiale dell’Umanità. E se proprio lo vogliamo dire, la vicenda assume dei contorni gattopardiani perché esprime un segnale di marcata debolezza da parte della UE nella strategia di difesa per l’intero sistema delle Do e IG Europee e una sconsiderata alterazione delle normali dinamiche di mercato a discapito di chi acquisterà erroneamente un Prosek invece del Prosecco.
Noi di Meritocrazia Italia auspichiamo che dal fronte politico si alzi una irremovibile levata di scudi affinchè l’Europa mantenga una posizione coerente con quanto avvenuto in passato (si veda il caso Champanillo bocciato in quanto è stato ritenuto sufficiente che la confusione si ingenerasse anche solo in un Paese dell’Unione Europea) ed in tal senso proponiamo:
(i) un rafforzamento delle previsioni contenute nel Decreto Crescita 2019, che ha introdotto misure volte alla valorizzazione dei “marchi storici di interesse nazionale” e le tutele nei confronti delle imprese che producono sul territorio italiano;
(ii) l’adozione di ologrammi adesivi personalizzati di sicurezza o di etichette elettroniche che permettono di identificare univocamente i prodotti originali;
(iii) sostenere una corretta (in)formazione dei consumatori che possono rappresentare il primo ostacolo al fenomeno della contraffazione.
L’Europa deve essere consapevole che aprire certi varchi potrebbe rivelarsi uno svantaggio e un detrimento per tutti, cittadini europei da lei stessa rappresentati in primis e che pertanto tutte le decisioni che prenderà non potranno prescindere da questa presa di coscienza.