È stato presentato il “Quaderno Alpiniano”, volume antologico dedicato al medico di Marostica Prospero Alpini. La presentazione del libro, realizzato dall’Accademia del Caffè “Prospero Alpini marosticense”, è stata presentata nella sede del Consiglio della Regione Veneto, a Venezia.
Tratteggiato “il profilo di un grande medico e botanico marosticense, la sua scoperta delle virtù del caffè e dei chicchi tostati, il respiro delle botteghe del caffè luogo di incontro e di modernità, la civiltà della socialità che, con l’aroma dell’oro nero, da Venezia si è diffusa nei diversi continenti”.
A fare gli onori di casa il presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, e la consigliera regionale marosticense Chiara Luisetto del Pd.
La pubblicazione, coordinata dall’architetto Gianluca Parise e introdotta da una tazzina di caffè a scacchi disegnata da Paolo Dal Ponte che in copertina fa agile sintesi delle due ‘glorie’ di Marostica, è un omaggio reso al marosticense Prospero Alpini (nato a Marostica nel 1553 e morto a Padova nel giorno del suo 63° compleanno), il medico-botanico che importò per primo a Venezia la pianta del caffè, dalle cui bacche ricavò un decotto che rivoluzionò le relazioni sociali nei locali della Serenissima e da lì in ogni parte d’Europa e d’America.
Figlio di un medico, laureato in medicina a Padova e per qualche tempo medico a Camposampiero, Alpini è entrato nella storia della medicina per aver pubblicato il primo trattato di semeiotica dell’era moderna. Grande appassionato e studioso di botanica, dal viaggio in Egitto al seguito del veneziano Giorgio Emo, console al Cairo, trasse ispirazione per le sue ricerche e gli studi botanici. Un’esperienza dalla quale ricavò conoscenze naturalistiche, etnologiche e archeologiche e importanti scoperte su piante esotiche e mediterranee, a cominciare proprio dalla pianta del caffè, utilizzata come farmaco corroborante. Al suo ritorno, fu nominato Prefetto dell’Orto Botanico di Padova, uno dei più antichi e celebri al mondo. Sotto la sua guida l’Orto divenne centro studi internazionale per la medicina dei ‘semplici’ e culla della moderna farmacopea.
“Prospero Alpini è un uomo del ‘mondo nuovo’, un uomo di scienza e coscienza”, ha tratteggiato il presidente del Consiglio Ciambetti, che del Quaderno firma l’introduzione. “Scienziato, chimico, botanico, medico di fama, docente sinceramente amato dai suoi allievi, Prospero Alpini ha saputo far tesoro dell’ambiente e dello straordinario humus culturale della civiltà veneta del ‘500 nel quale si è trovato a vivere, dove hanno mosso i primi passi la nuova agricoltura, la nuova economia e la nuova scienza. Un grazie sincero va all’Accademia del caffè a lui intitolata, perché incrociando ricerca e studi multidisciplinari fa rivivere questo straordinario medico e viaggiatore, al quale siamo tutti debitori, e ricrea il senso profondo di quella cultura del caffè che è esperienza di socialità, dialogo, incontro e relazione”.
“Onorati di essere a Venezia, madre della Serenissima che ha consentito a Prospero Alpini il viaggio in Egitto – gli ha fatto eco Mariangela Cuman, presidente dell’Accademia del caffè “Prospero Alpini marosticense” e promotrice del Quaderno – L’Accademia si è data l’obiettivo di raccontare la figura di Prospero Alpini, ma anche la realtà di quell’epoca e del territorio veneto e la valenza della sua scoperta, quel caffè che è diventato patrimonio della nostra quotidianità e che meriterebbe di diventare bene tutelato dall’Unesco”.
Nel nome di Prospero Alpini e della sua celeberrima bevanda l’Accademia di Marostica è diventata motore di relazioni internazionali, come ha ricordato il presidente della Fondazione Banca Popolare di Marostica Volksbank Roberto Xausa, che ha stretto collegamenti con le comunità del Brasile e in particolare con la Borsa-Museo del caffè di Santos. Attorno al rito del caffè si è sviluppata la socialità dell’Europa Moderna, ha richiamato Francesca Xausa, che con il suo saggio ripercorre quattro secoli di ‘civiltà del caffè’.
“Con questo Quaderno raccontiamo un caffè che partendo da Venezia si è diffuso nel mondo – ha fatto sintesi Giandomenico Cortese, giornalista e vicepresidente dell’Accademia del Caffè – conquistando intere popolazioni con quel senso della socialità che, dalle veneziane ‘botteghe del caffè’ fino alle contemporanee Coffee house, ha prodotto luoghi di dialogo e di incontro, senza barriere di genere, classe sociale, lingua o cultura. Nei caffè è nata la democrazia europea. I caffè sono diventati le nuove ‘agorà’, luogo di incontro e di espressione dei nuovi movimenti e dei nuovi modi di vivere. L’Accademia di Marostica vuole essere proprio questo: un luogo di ricerca e di divulgazione, di sviluppo di idee, di una storia e di una identità, di promozione di conoscenze e di esperienze, sulla scia del nostro illustre concittadino medico-viaggiatore”.
Alla presentazione del Quaderno Alpiniano a palazzo Ferro Fini hanno presenziato il presidente del consiglio comunale di Marostica Pietro Fantinato, e alcuni degli autori della pubblicazione antologica, alla quale hanno contribuito Cinzia Battistello, Giandomenico Cortese, Giancarlo Cassina, Andrea Cozza, Mariangela Cuman, Otello Fabris, Angelina Frison, Barbara Guidi, Giuseppe Antonio Muraro, Elena Riello, Massimo Rinaldi, Maurizio Rippa Bonati, Giorgio Strapazzon, Francesca Xausa e Roberto Xausa.