La psicodiagnostica della dipendenza è uno strumento valutativo che permette di analizzare lo stato psicologico e psicopatologico di una persona. In ambito clinico, se nel paziente è stata diagnosticata una condizione di subordinazione a una sostanza psicoattiva, può rendersi necessario intraprendere un percorso di accertamento e valutazione delle sue condizioni psichiche.
In questo articolo analizzeremo i vari campi di applicazione della psicodiagnostica clinica per comprendere quando e in che modo, si rende necessaria una valutazione da parte di un esperto.
Cos’è la psicodiagnostica della dipendenza?
La psicodiagnostica clinica è una valutazione molto approfondita, la cui elaborazione prevede la coesistenza di test psicologici e colloqui specifici tra il paziente e il professionista.
La psicodiagnostica della dipendenza fornisce al team di medici un’attenta analisi dello stato psicologico del paziente. Si occupa della rilevazione di eventuali danni alla sfera psicologica in seguito alla presenza di una dipendenza.
Questo processo diagnostico viene impiegato con l’obiettivo d’individuare:
- Eventuali manifestazioni patologiche.
- I punti di forza e di debolezza del paziente.
- Le manifestazioni di sintomi specifici.
- I meccanismi di difesa psicologici.
- Interessi e attitudini comportamentali.
L’obiettivo è l’elaborazione di un piano di trattamento efficace, in grado di aiutarti a uscire dalla dipendenza.
Metodi psicodiagnostici: tipi, classificazione, applicazione
Gli strumenti psicodiagnostici sono fondamentali all’interno della valutazione psicologica del paziente dipendente da sostanze psicoattive, che necessita di un’analisi completa della sua sintomatologia, dei suoi disturbi e della sua personalità, in modo da poter individuare un trattamento riabilitativo personalizzato.
In questo contesto, è bene ricordare che il processo diagnostico che conduce a una diagnosi completa si basa su procedure ben specifiche, quali:
- Legame tra paziente e professionista. L’esito della consulenza è strettamente dipendente dal legame che si instaura tra chi partecipa al colloquio. L’empatia è fondamentale per portare a termine una corretta valutazione.
- Anamnesi. E’ la fase più delicata, lo psicologo affianca il paziente e lo aiuta a esternare gli episodi più significativi della sua vita psicologica, fisica e ambientale.
- Colloquio clinico. Vengono annotati tutti i dati utili per comprendere le sfaccettature della psiche di chi sottopone a psicodiagnosi. In questa fase si analizzano il grado di aderenza alla realtà e la fluidità del pensiero logico.
- Somministrazione dei test psicologici. Lo psicologo si avvale dell’utilizzo di test per valutare e approfondire le possibili tematiche che vengono affrontate durante il colloquio. I test vengono scelti in base alle caratteristiche psicologiche del paziente e ai problemi raccontati durante la fase dell’anamnesi.
- Elaborazione dei dati emersi dai test psicologici. I risultati acquisiti vengono contestualizzati e interpretati per disegnare il profilo psicologico del paziente.
In ambito clinico è possibile poi procedere con un percorso di trattamento qualora si renda necessario.
Test psicologici
Sono strumenti di valutazione largamente utilizzati per acquisire informazioni riguardo la sfera comportamentale e cognitiva. Tendenzialmente, comprendono una serie di domande, ciascuna delle quali viene chiamata item. A ogni item è associato un punteggio che permette di valutare il funzionamento psichico da un punto di vista qualitativo e quantitativo.
Test di livello
Vengono utilizzati per determinare lo sviluppo cognitivo del paziente attraverso l’attribuzione di un punteggio. E’ quindi una valutazione quantitativa. Hanno l’obiettivo di constatare se il soggetto presenta specifiche caratteristiche che sono motivo di esame e di attenta analisi da parte del personale medico.
Test di personalità
Vengono utilizzati per indagare le caratteristiche della personalità, come il modo di pensare, i tipi di pensiero e la presenza di eventuali manifestazioni psicopatologiche.
Test neuropsicologici
La valutazione neuropsicologica è volta alla rivelazione di difficoltà cognitive con origine multifattoriale, come una lesione cerebrale o un deterioramento per intossicazione da sostanze psicoattive. In questo ambito rientra anche la rilevazione di disturbi del linguaggio, del movimento, dell’attenzione, della memoria e di patologie neurologiche.
Gli ambiti applicativi dei metodi psicodiagnostici comprendono vari ambiti, ognuno con la propria finalità d’impiego. Analizziamo i più rilevanti per quanto riguarda l’analisi della sfera psicologica di chi presenta una subordinazione a una sostanza psicoattiva:
- Ambito clinico o psicopatologico. Vengono valutate le eventuali difficoltà psicopatologiche e le caratteristiche della personalità del paziente, per pianificare al meglio la conseguente presa in carico in clinica. E’ possibile eseguire delle rivalutazioni regolari nel corso tempo, per monitorare vari aspetti clinici quali l’andamento di una politica di trattamento psicoterapeutico e le evoluzioni della sintomatologia.
- Ambito di ricerca clinica. Probabilmente il campo applicativo più rilevante. Si ha un’analisi più approfondita dei processi psicologici e psicopatologici che risiedono alla base di un’eventuale dipendenza. In questo caso gli studi vengono effettuati su un campione molto esteso in modo da poter valutare più realisticamente gli aspetti della dipendenza.
Cosa mostrerà la psicodiagnostica?
I test psicologici presentano una finalità e un campo di applicazione molto vasto che si traducono in diagnosi più o meno dettagliate. In relazione agli strumenti di cui si avvale lo psicologo, la psicodiagnostica può fornire un differente quadro della condizione clinica del paziente.
Al termine della diagnosi, la psicodiagnostica fornirà una dettagliata revisione circa la presenza di eventuali sintomi della malattia.
Il paziente, divenuto consapevole delle proprie caratteristiche personali e relazionali, riesce a prendere autonomamente delle decisioni in base al proprio volere.
È possibile fare a meno di una diagnosi di uno stato mentale quando ci si libera della dipendenza?
Se ti è stata rilevata una dipendenza e ne sei uscito, è probabile che tu stia attraversando un momento d’incertezza e di poca lucidità. Si consiglia di contattare il servizio di assistenza per evitare di agire impulsivamente, con il rischio di compromettere il risultato positivo del trattamento che hai eseguito.
Sottoporsi a un percorso diagnostico quando ci si libera della dipendenza può sembrarti banale, ma rifletti. Il team di esperti è a tua completa disposizione e attraverso un colloquio clinico puoi preservare la tua salute psicologica.
Non è essenziale, ma è consigliabile non interrompere repentinamente i colloqui con lo staff medico per mitigare la possibilità di un’eventuale ricaduta.
Conclusione (parte finale)
Con l’ausilio della psicodiagnostica si può valutare lo stato psicologico e psicopatologico di chi presenta una forma di dipendenza. Le sostanze psicoattive possono determinare un deterioramento delle funzionalità cerebrali, per questo motivo i professionisti della salute ti aiuteranno a elaborare un percorso di cura su misura per te. Affidati a un esperto, ricorda che non è mai troppo tardi per aiutare sé stessi.