PUMA2, le sue infinite possibilità “conoscitive” trascurate da Banca d’Italia? La lettera a Salvadori e Pipeschi, i pm del processo BPVi

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Processo BPVi: pm Gianni Pipeschi e Luigi Salvadori (foto archivio I° grado)
Processo BPVi: pm Gianni Pipeschi e Luigi Salvadori (foto archivio I° grado)

L’8 dicembre 2020 ci arrivò, tra le tante che ci inviano quasi quotidianamente risparmiatori azzerati dalle banche venete e non solo, una mail firmata che non riportava, anche se le sottintendeva, una delle migliaia di storie drammatiche di cui sono depositari circa 200.000 soci vittime delle ormai fu Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca ma avanzava delle ipotesi sulla genesi del doppio crac individuata nel “mancato” sfruttamento della procedura PUMA2.

Nella forma di lettera aperta i due firmatari della mail, un sarto Cavaliere del lavoro socio BPVi e un ex dipendente della Popolare vicentina, socio di Veneto Banca, chiedevano di “indagarle” ai pm vicentini del processo BPVi, che hanno in corso anche indagini su un filone aggiuntivo rispetto a quello del dibattimento ora alle ultime battute prima della sentenza attesa per marzo.

Puma2
Puma2

I due “autodidatti” di scienze bancarie, a spese proprie e per necessità visto l’azzeramento dei loro risparmi, puntavano il dito su PUMA2, un sistema di  controllo delle attività bancarie che, era la loro tesi, se correttamente utilizzato da Banca d’Italia le avrebbe consentito e “imposto” di intervenire al prospettarsi dei problemi che poi hanno fatto implodere i due Istituti vicentini. Se responsabilità c’era stata delle due banche di sicuro alla base c’erano i mancati o0 carenti controlli di Bankitalia: questa al tesi prospettata a Salvadori. Pipeschi.

Ci correva, quindi, l’obbligo di verificare le ipotesi dei due nostri lettori documentandoci su PUMA2, cosa che, con i tempi necessari, abbiamo fatto “producendo” (il giorno di Natale!) l’articolo «PUMA2, ovvero come Banca d’Italia sa o potrebbe sapere tutto o quasi sui crediti delle banche “controllate» sulla nostra testata cugina DeepNews.it (poi ripresa su VIPIù.it).

Ignazio Visco col suo capo ispettore Carmelo Barbagallo
Ignazio Visco col suo capo ispettore Carmelo Barbagallo

Pubblichiamo, quindi, ora la lettera aperta ai pm vicentini (del processo BPVi e delle indagini ancora in corso) dei due lettori vittime delle banche venete visto che l’ipotesi era (ed è) plausibile rafforzando, per giunta, la nostra idea, basata su documenti e su audio, da noi nel tempo pubblicati senza la dovuta attenzione di altri media e di chi di dovere, di forti (con)responsabilità degli organi di controllo negli ultimi crac bancari, segnatamente quelli veneti ma anche quelli delle quattro banche “risolte”.

Buona lettura, quindi, a tutti voi e, soprattutto, al dr. Salvadori e al collega Pipeschi.

PUMA2 e le sue infinite possibilità ed applicazioni “conoscitive” per Banca d’Italia

Egregi Dr. Luigi Salvadori e Gianni Pipeschi (P. M.  del processo  BPVi, Banca  Popolare  di  Vicenza),

è con assoluto e profondo rispetto nei vostri confronti, per il difficilissimo compito che state cercando di portare avanti tra mille difficoltà di ogni genere, che vi stiamo contattando pubblicamente utilizzando l’ospitalità di ViPiù.it, testata ormai da un decennio, e in maniera anche “predittiva”, sensibile alle problematiche, prima (clicca qui, ndr), e del dramma, poi, dei soc della fu BPVi.

Premettiamo che non intendiamo tirare per la giacchetta nessuno, ma stiamo solo cercando da più di due anni di poter porre all’attenzione di coloro i quali si stanno occupando in prima persona del “CRAC“ delle banche, in primis quelle venete, un problema che purtroppo a noi sembra non essere stato sufficientemente sviscerato fin verso la sua  base.

Forse pretendiamo troppo, ma vi assicuriamo che nessuno di noi, nemmeno lontanamente,  si permetterebbe di discutere del vostro operato e della vostra grandissima professionalità che unanimemente vi viene riconosciuta e che anche noi condividiamo in maniera assoluta.

Siamo dei truffati dalle Banche Popolari Venete, e da parte di certa Politica che non condividiamo assolutamente, anche perché non ci ha minimamente tutelato in maniera sufficiente come invece avrebbe dovuto fare, nel  rispetto della nostra meravigliosa  “Carta  Costituzionale“ che all’articolo 47 fissa che “La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme…“.

Se possibile, e con tutta la modestia con la quale intendiamo rivolgerci a voi, vorremmo  solo potervi segnalare che forse qualche elemento all’apparenza piuttosto insignificante  potrebbe, al contrario, essere fonte di spunti di indagine (anche quelle ancora in corso per il secondo filone del crac BPVi, ndr) di assoluto rilievo.

Pur comprendendo le difficoltà che state incontrando nel portare avanti il vostro lavoro, siamo del parere che ci possano essere ancora dei lati oscuri e degli elementi che non siano stati analizzati in maniera sufficientemente approfondita,  anche data la loro obiettiva complessità.

Ciò a cui intendiamo riferirci, e che a nostro modesto avviso ha contribuito in maniera assolutamente determinante al “CRAC“ della ex Banca Popolare di Vicenza, non risiede unicamente nell’attribuire le colpe alla “mala gestio“ dell’istituto di credito vicentino che, a quanto ci è dato di sapere, sicuramente c’è stata, ma soprattutto nei danni che sono stati  provocati dai mancati controlli da parte degli organi deputati a tale compito, vale a dire   Banca d’Italia e Consob, che, in questa terribile “truffa / tragedia“ di dimensioni apocalittiche , sono stati assolutamente determinanti ed  assai più consistenti di tutto il resto.

Se solo avessero voluto, Bankitalia e Consob, avrebbero potuto individuare le zone d’ombra nelle operazionidella banca con  quasi  assoluta  precisione e con grande facilità.

Ci riferiamo in particolare al sistema informatico a loro disposizione, che già da molti anni gestisce tutti i flussi di dati che vengono prodotti “giornalmente“ all’interno delle singole  banche, a seguito delle operazioni che sono  effettuate su conti  correnti, fidi, depositi e  quant’altro.

Questo sistema di controllo è universalmente conosciuto  con  il  nome  di “PUMA2“!

Tutti i flussi informatici  che su di esso vengono giornalmente convogliati sono poi “trasferiti  mensilmente“ alla Banca d’Italia, il cui unico compito sarebbe quello di controllarne la  congruenza per poter poi segnalare eventuali  anomalie agli Istituti di Credito interessati.

Da quanto possiamo dedurre è evidente, oltre ogni ombra di dubbio, che, se ciò fosse stato fatto, qualcuno avrebbe dovuto avere le bende agli occhi per non accorgersi di quello che avveniva in BPVi.

Se si fosse operato con la diligenza del buon padre di famiglia, spesso invocata, anche giuridicamente, in queste  occasioni come in  altre, non sarebbero potuti passare gli elefanti laddove, solo volendolo, si sarebbero potute imbrigliare anche le zanzare!

Il   “PUMA2“ è  stato  istituito  proprio  a  questo  scopo e continuamente implementato negli anni per aumentarne sempre  di più efficacia e precisione nei controlli.

A questo punto non va assolutamente dimenticato che il manuale che lo “amministra” è stato  prodotto proprio dal nostro Istituto  Centrale il quale  quasi  sicuramente (il quasi è amaramente ironico) ne avrà anche curato la divulgazione e l’applicazione.

A  tale  scopo,  per  chi  volesse volete avere conferma visiva di quanto affermiamo mostriamo alleghiamo la  copertina del  testo  del manuale che, peraltro, è consultabile su Internet.

A nostro umile avviso ciò basterebbe per poter indirizzare (la maggior) parte delle colpe  verso gli Organi di controllo, che i controlli purtroppo pare (il “pare” è il dubbio che potete sciogliere voi, egregi pm) non li abbiano fatti come invece si sarebbe dovuto, pur  essendo nel nostro Paese gli organi che ne avevano l’esclusività  e le prerogative per farli.

Non ostacolo alla vigilanza né insufficiente vigilanza è quello che supponiamo ma l’OMESSA  VIGILANZA è quello che vi chiediamo di verificare!

Ecco la sintesi dei passaggi presi dai documenti ufficiali e che abbiamo provato a illustrarvi per accendere il vostro faro sugli (eventuali?) omessi  controlli  delle  autorità  di  vigilanza

PUMA2, sistema  informativo telematico con manuale  bancario  di 1595  pagine, forse  troppe, continuamente aggiornato: PURTROPPO   NESSUNO   NE   PARLA

Il P. U. M. A.  2 (Procedura – Unificata – Matrici – Aziendali 2) è  un  progetto  interbancario  operativo  dall’anno  2000  (nella  prima versione “moderna” che segue quella del 1975…)  e non è altro che un sistema informatico aggiornato di segnalazioni di vigilanza  alla  Banca  d’Italia .

Esso è in costante evoluzione per cui ha bisogno di continui aggiornamenti derivanti da modifiche delle leggi bancarie e di diritto, sia a livello nazionale che internazionale,  perciò  deve  essere univoco, adattabile, coerente e flessibile.

Gli  Istituti Bancari aderenti a tale sistema di controllo (che vi aderissero BPVi e Veneto Banca è ovvio e da voi verificabile) devono trasmettere periodicamente (ogni mese) alla Banca d’Italia i flussi statistici e non,  generati dai fenomeni aziendali prodotti al loro interno .

Tali informazioni consentono alla Banca d’Italia di esercitare una attenta e costante sorveglianza delle operazioni che avvengono all’interno del circuito bancario e, attraverso un controllo incrociato dei dati,  di verificare eventuali incongruenze ed anomalie oltre alla coerenza degli input trasmessi.

Questo sistema di controllo ha una importanza elevatissima in particolar modo  con  riferimento alla Centrale dei Rischi.

Esso infatti permette di individuare, fra le altre cose, eventuali cumuli di fidi, concentrazioni troppo elevate dei rischio, operazioni baciate, fidi non sufficientemente garantiti e molto  altro ancora, riducendo così in modo drastico i danni incombenti, sia per le banche che per  la massa dei clienti, attraverso  la scoperta di possibili e pericolose opacità delle informazioni, qualora ci fossero.

E qui ci  fermiamo, poiché  pensiamo vi possa bastare sempre che non stiate già esaminando quanto d noi segnalato.

Ringraziandovi per l’eventuale attenzione siamo molto  fiduciosi nel attentissimo lavoro,  vi porgiamo i più cordiali auguri  Buone  Feste  nella speranza che finalmente buone possano esserlo anche per gli incolpevoli risparmiatori, colpiti  da  questo  immorale tsunami  economico finanziario, che in moltissimi casi li (e ci) ha privati dei risparmi di una vita!

Luigino   Gastaldon

(sarto artigiano, cavaliere della Repubblica e socio ex BPVi)

Dino   Santinon

(ex dipendente bancario della Popolare di Castelfranco e, poi, della incorporante BPVi, socio ex Veneto Banca)