“Quando il cinema racconta la violenza”, conclusa la prima parte: buona affluenza di spettatori

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Violenza su donna (archivio)
Violenza su donna (archivio)

Si è conclusa – riporta un comunicato associazione culturale l’IdeAzione e Lab.i.s (laboratorio di idee per il sociale) – recentemente la prima parte del cineforum “Quando il cinema racconta la violenza”. La rassegna tratta dal progetto “SCHEGGE. Per favore non chiamateli uomini”, organizzata dall’Associazione culturale l’IdeAzione, da Lab.i.s (laboratorio di idee per il sociale) e Società Generale di Mutuo Soccorso e con la collaborazione del Comune di Vicenza, Ulss8 berica, associazione Donne medico, comitato pari opportunità ordine degli avvocati di Vicenza e dell’associazione Donna chiama donna, prevederà la visione di altri tre film nel prossimo autunno per raccontare ancora le varie forme di violenza (assistita, di genere, di stato, il bullismo, dei media) e le sue diverse facce, fisica e psicologica, subdola e massiva, individuale e di gruppo, occasionale o quotidiana, causata da uno scompenso psichico oppure basata su assunti ideologici e religiosi.

I tre film presentati della rassegna hanno visto una buona affluenza di spettatori e partecipanti alla discussione con la conferma che molte sono le persone che sentono il bisogno di riflettere e di confrontarsi sulla violenza che, purtroppo, caratterizza anche il mondo attuale.

Violenza come antica questione che non si è riusciti a eliminare e nemmeno a limitare.

Violenza che occupa un ruolo non trascurabile nella vita di ognuno di noi: non a caso è presente nei miti, nelle leggende, nelle favole per bambini, nelle nostre fantasie quotidiane e nei nostri sogni notturni.

Violenza come impulso che abita in tutti noi, che attacca quando gli interessi vitali sono minacciati; violenza programmata filogeneticamente nel mondo animale, e perciò anche negli uomini, al servizio della sopravvivenza dell’individuo e della specie, e quindi biologicamente adattiva.

A differenza degli animali, però, negli uomini è presente una violenza distruttiva, né programmata né adattiva: è la forma più pericolosa e terribile. E’ agita infatti come risposta a stati emotivi non padroneggiabili, manifestati attraverso la scarica aggressiva, perché manca un apparato psichico che li metabolizzi.

E’ quello che accade nei casi di femminicidio, di bullismo, di rapporti sadomasochistici, di violenza sui bambini, e in tutti gli altri casi in cui l’essere umano “perde la testa”. Allora l’agire violento ed esplosivo “scatta” come una sorta di “salvavita” in un sistema emotivo surriscaldato, per mantenere una coesione psichica di fronte alla minaccia di un imminente breakdown.

Per approfondire altri aspetti di questa tematica e riflettere sul lato oscuro del comportamento umano, il cineforum riprenderà ad ottobre e, con cadenza mensile, proporrà altri tre film sulla violenza dei media, il bullismo e la violenza di chi si fa giustizia da sé. Ogni film sarà accompagnato dalla relazione di esperti e dal dibattito con il pubblico.