“Quando il lavoro sociale si fa storia. Giovanni Ponti: il sindaco della liberazione”. Giovedì incontro alla Scoleta dei Calegheri nell’ambito del progetto “Noi ci siamo”

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Comune di Venezia
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Un progetto che punta sul fare squadra e sul condividere e far conoscere piccole o grandi storie esemplari per impegno e senso civico. Questi gli obiettivi principali che si pone “Noi ci siamo”, progetto promosso dal Servizio occupabilità e cittadinanza attiva dell’Assessorato alla Coesione sociale in collaborazione con l’associazione “Vetrina del volontariato e della solidarietà” attiva in centro storico. Una realtà che fornisce aiuto e supporto ad anziani e persone fragili soprattutto nella zona di Dorsoduro mettendo in rete numerose “risorse solidali” (tra servizi, associazioni, enti, cittadini).

Nell’ambito di “Noi ci siamo” sono stati organizzati anche dei momenti pubblici per far emergere storie personali, familiari o lavorative di impegno civico di persone coinvolte nella rete. Uno di questi è previsto giovedì 7 novembre alla Scoleta dei Calegheri, alle ore 17.30, durante il quale si racconterà della vita del padre di una componente di Vetrina del Volontariato, Giovanni Ponti. Quest’ultimo fu il sindaco designato dal Cln (Comitato di Liberazione Nazionale) subito dopo la Liberazione di Venezia del 27 aprile 1945. Ha governato la Città fino al 1946, quando ci furono le prime elezioni del dopoguerra.

L’incontro sarà introdotto dall’assessore alla Coesione sociale Simone Venturini, dagli operatori del Servizio occupabilità e cittadinanza attiva e dai rappresentanti della “Vetrina del Volontariato e della Solidarietà”. La figura di Giovanni Ponti sarà illustrata dalla lettura di stralci di un racconto scritto da sua moglie, Ginetta Baccalin, attraverso il contributo di alcune amiche della figlia e dall’intervento di Marco Borghi di Iveser (Istituto veneziano per la storia della Resistenza e della società contemporanea), che collocherà l’opera del primo sindaco nello scenario storico dell’epoca.

“Parlare di storie personali che si intrecciano con la Storia della città diventa un modo per stimolare spazi di pensiero su situazioni, scelte, stili di comportamento che ci avvicinano agli avvenimenti stessi permettendoci oltre che di ricordare, di sviluppare anche utili confronti con la nostra attualità – commenta l’assessore Venturini – In questo caso, attraverso la raccolta consapevole di questi stralci di narrazione spontanea, il lavoro sociale si fa storia”.

L’incontro è aperto alla cittadinanza.