Il caso è esploso alcune settimane fa: a coordinare il personale dell’Ausl di Pontedera (Pi) è stata nominata una ginecologia obiettrice di coscienza, quindi una delle eccellenze toscane e nazionali sull’interruzione di gravidanza (1) ha deciso di accodarsi alle diffuse omissioni che ci sono in tutta Italia per l’applicazione di questo diritto; omissioni che finora sono evidenziate solo da analisi private e non da quelle del ministero… che non ci sono in assoluto.
Manifestazioni, appelli pubblici ad amministratori e consiglieri regionali, al momento non hanno dato risultati. Unica reazione pubblica quella dell’Ausl, per la quale è tutto in ordine.
E’ preoccupante che le autorità regionali non abbiano avuto nessuna reazione. Come se il problema non esistesse, anche per quei consiglieri che ufficialmente sono stati eletti da partiti che dicono di sostenere il diritto all’aborto.
Invitiamo quegli elettori che il 12 giugno andranno a rinnovare alcuni consigli comunali, a ricordarsi di queste scelte di non ascolto. A cosa servono i nostri rappresentanti nelle istituzioni?
1 – l’Ausl di Pontedera è stata pioniera della pillola abortiva RU486
l’associazione non percepisce ed è contraria ai finanziamenti pubblici (anche il 5 per mille)
La sua forza economica sono iscrizioni e contributi donati da chi la ritiene utile
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Fonte: Quando la politica non ascolta. Il caso aborto in Toscana. Ricordiamocene per le elezioni