I gruppi per i diritti umani hanno visto nelle cattive condizioni e nel sovraffollamento le cause di un incendio che ha ucciso almeno 40 migranti provenienti dal Centro e Sud America e che si trovavano in un centro di accoglienza per migranti a Ciudad Juárez, una città messicana oltre il confine con El Paso.
Secondo i dati, in quella parte dell’edificio a un piano erano ospitati 68 uomini. L’incendio è stato causato da migranti che hanno appiccato fuoco ai materassi per protesta dopo aver scoperto che sarebbero stati deportati, ha detto il presidente del Messico Andrés Manuel López Obrador.
“Alla porta del rifugio hanno messo dei materassi e gli hanno dato fuoco. Non avrebbero mai immaginato di causare questa tragedia”.
Ma ore dopo, i media messicani hanno iniziato a diffondere filmati delle telecamere di sicurezza che mostrano almeno due guardie che passano davanti a una grande cella in fiamme: un prigioniero cerca di aprire a calci una porta chiusa a chiave, ma le guardie lo ignorano.
In meno di 30 secondi non si vede nulla attraverso il fumo. La Procura Generale messicana ha dichiarato che l’elenco dei morti e dei feriti comprende 28 guatemaltechi, 13 honduregni, 12 salvadoregni, 12 venezuelani e un cittadino colombiano e uno ecuadoriano.
Fonte: The Vision