Massimo Parolin, comandante della Polizia Locale di Vicenza, si è scoperto brillante narratore pubblicando sul mensile VicenzaPiù Viva deliziose pagine sul “come eravamo”, che, nella rubrica sui Boomers, raccontano come si viveva all’ombra dei Berici quarant’anni fa. Con la pubblicazione per la romana e vicentina Editoriale Elas – Editoriale L’Altrea Stampa di “Quella strada per il lago (1980-2023) – Storia vicentina di amore e demoni” (in libreria o il pomeriggio in Contrà Vittorio Veneto 68 a 14 euro per 148 pagine incluse le pagine Boomers, sul nostro shop online allo stesso prezzo spedizione inclusa, offerta questa disponibile al prezzo più basso su Amazon, ndr) si cimenta per la prima volta nel romanzo. Un romanzo breve, che si legge in un soffio, anche perché difficilmente, una volta superati i primi capitoli, si riesce a metterlo giù.
La presentazione ufficiale è programmata per martedì 3 dicembre alle 17.30 in sala Stucchi di palazzo Trissino: alla presenza del sindaco Giacomo Possamai e dopo una breve introduzione di Giovanni Coviello, curatore della collana Vicenza Popolare, di cui l’opera prima di Massimo Parolin fa parte, Giulia Matteazzi dialogherà con l’autore, mentre i presenti potranno ascolatre la lettura di alcuni passi.
Lo stile di Parolin è leggero e accattivante e racconta con efficace vivezza una città reale, la stessa Vicenza degli anni Ottanta di cui Parolin scrive nei suoi articoli (a proposito, finito il romanzo, in appendice, si possono leggere tutti quelli fin qui pubblicati). Anche i protagonisti, a partire dall’io narrante, offrono una riuscita galleria di ritratti in cui facilmente il lettore vicentino crederà di identificare un conoscente dell’epoca, o magari sé stesso, e non si discosterà troppo dalla realtà perché la narrazione, benché di fantasia, poggia saldamente sulla memoria dell’autore.
Quanto alla trama, “Quella strada per il lago” inizia come un racconto nostalgico della giovinezza: c’è il protagonista, Massimo, ci sono i suoi amici, c’è una ragazza di cui il protagonista si innamora, dell’amore intenso e inesorabile di cui solo gli adolescenti sono capaci. La successione dei capitoli sembra quasi ispirata ai gialli più famosi di Agatha Christie, dove dopo la presentazione dei protagonisti e dei luoghi, con varie concessioni all’ironia e a note di costume, compare un cadavere che, come amava dire la grande scrittrice, “appare decisamente fuori posto”, l’atmosfera diventa all’improvviso molto più pesante e parte la gara d’astuzia tra lettore e detective per capire chi è il colpevole.
Anche in questo libro, dopo i capitoli che fanno conoscere i personaggi, c’è un dramma che cambia tutto. Ma non è un omicidio, è una scomparsa. Improvvisa, inspiegabile, irrisolta. Il cambio d’atmosfera è più drastico che nei libri della Christie, siamo più dalle parti di Stephen King, è come se una nuvola avesse oscurato il sole rendendo tutto indistinto e pauroso. Anche perché il protagonista, e con lui il lettore, non ha appigli: non c’è un’indagine, un processo, un colpevole, in realtà non c’è nemmeno un cadavere. La scomparsa rimane un drammatico mistero che segnerà l’esistenza del protagonista, unico a non volersi rassegnare e a non voler voltare pagina, disposto anche a sfidare la razionalità per venire a capo dell’enigma, addentrandosi in mondi spaventosi dove il male non è solo un concetto.
Riuscirà a capire che cosa è successo, a trovare finalmente un po’ di pace? Bé, il lettore di “Quella strada per il lago (1980-2023)” lo potrà scoprire.
Massimo Parolin, Comandante della Polizia Locale di Vicenza. Laureato in Giurisprudenza, Scienze Politiche, Lettere Classiche con un Master in Sicurezza Urbana. Cavaliere Ufficiale della Repubblica. Autore di pubblicazioni scientifiche in riviste giuridiche di Polizia Locale. Relatore in convegni nazionali, regionali e locali. Già membro del Comitato. Tecnico Consultivo della Scuola Regionale di Polizia Locale e del Comitato Tecnico AnciVeneto. Collaboratore di ViPiu.it e della testata cartacea VicenzaPiù Viva