L’assessore comunale all’Ambiente, Urbanistica e Edilizia, Massimiliano De Martin, è intervenuto sabato mattina all’Ateneo Veneto al convegno “Acque alte a Venezia: la soluzione Mose”, organizzato dal Consiglio Nazionale Ingegneri, dall’Ordine degli Ingegneri di Venezia, dal Collegio degli Ingegneri di Venezia e dalla Federazione degli Ordini degli Ingegneri del Veneto.
Lo scopo della conferenza era quello di offrire risposte puntuali, sul piano tecnico e decisionale, agli interrogativi posti dal Mose, tenendo presente la complessità realizzativa dell’opera e basandosi su un’informazione scientificamente attendibile ed oggettiva.
“La città – ha esordito De Martin, dopo aver portato i saluti del sindaco Luigi Brugnaro – chiede ormai da tempo che quest’opera sia completata il prima possibile: è ora che Venezia benefici del Mose, però è anche importante sottolineare che il Mose non può risolvere tutto ed è essenziale intervenire in modo sinergico anche su altri fronti. Questo è il motivo per cui abbiamo preso certi provvedimenti approvando il nuovo Regolamento edilizio, quali elevare la quota delle prese e delle spine, o la pavimentazione dei piani terra, o ancora, rimodulare l’altezza dei solai dei piani intermedi”.
“Oggi – ha proseguito l’assessore – preoccupa la frequenza degli eventi mareali, che è un effetto del cambiamento climatico. Se lavoriamo per fronteggiare questi effetti dobbiamo agire su grande scala: possiamo solo adattarci e trovare modalità di gestione su più fronti. Quindi non solo Mose, ma anche il rilancio della tutela della città e delle isole grazie alla legge speciale per Venezia”.
L’assessore ha completato il suo intervento riferendosi infine ad un ultimo intervento considerato fondamentale, in risposta a una delle problematiche emerse nel corso dell'”acqua granda” dello scorso 12 novembre: “Dobbiamo pensare a nuovo impianto fognario a Venezia. Non importa quanto ci si metterà per realizzarlo, perché è oggettivamente difficile per il tessuto urbano della città, però è essenziale progettarlo e in tal senso gli ingegneri avranno un ruolo importante”.
In programma, dopo i saluti istituzionali, numerosi interventi tecnici, tra cui quello del responsabile del Centro Previsioni Maree del Comune, Alvise Papa, che ha parlato in particolare dell’evento del 12 novembre 2019, spiegando, dati e grafici alla mano, che quella sera, a evento meteo ormai concluso, si è abbattuto sull’area una struttura simil-tropicale anomala, che ha modificato repentinamente e completamente la situazione e la previsione.
Oltre al suo, erano in programma relazioni di numerosi esperti: l’ingegnere Gianluca Pasqualon (Perché il Mose), il capo dipartimento “Casa Italia” (Promuovere la sicurezza del Paese dai rischi naturali), il docente di Idraulica Luigi D’Alpaos (Gli effetti sulla laguna delle opere di regolazione delle maree), il progettista Mose Alberto Scotti (Il progetto del Mose: obiettivi, limiti, stato di avanzamento, criticità, avvio possibile) e il docente di Idraulica Enrico Foti (Potenzialità e limiti del Sistema Mose).
E’ seguita infine una tavola rotonda su proposte e riflessioni sull’opera – a cui hanno partecipato il presidente dell’Associazione Costruttori edili, Giovanni Salmistrari, l’ingegnere Roberto Scibilia, il commissario per il Mose, Elisabetta Spitz, il provveditore interregionale Cinzia Zincone e il presidente del Consiglio nazionale ingegneri, Armando Zambrano -, mentre le conclusioni sono spettate al sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti, Salvatore Margiotta.
La registrazione integrale del convegno sarà caricata nei prossimi giorni sul canale YouTube dell’Ateneo Veneto.