La Cina si sta riposizionando come mediatrice in uno dei più lunghi e sanguinosi conflitti più o meno contemporanei: la questione israelo-palestinese. Lo sta facendo dopo aver guardato verso l’Africa e cominciato a prendere piede con alcune aziende.
Il ministro degli Esteri cinese, Qin Gang, ha fatto sapere alle sue controparti israeliane e palestinesi che il suo Paese è pronto ad aiutare a facilitare la pace. In una telefonata di lunedì con il ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen, Gang ha incoraggiato la ripresa dei colloqui il prima possibile, sottolineando in entrambe la spinta della Cina per i colloqui di pace nell’ambito della questione israelo-palestinese sulla base dell’attuazione di una “soluzione a due Stati”.
La proposta di incontro arriva in un momento di crescenti tensioni in Israele: gli scontri alla moschea di al-Aqsa a Gerusalemme all’inizio del mese hanno attirato la condanna dei Paesi arabi di tutta la regione, mentre l’Arabia Saudita, con la quale Israele spera di normalizzare i rapporti, ha affermato che “l’assalto” di Israele ad al-Aqsa ha minato gli sforzi di pace.
Gang, secondo le fonti, avrebbe detto ancora al suo omologo israeliano che la Cina è “preoccupata per l’attuale tensione tra Israele e Palestina e che la priorità assoluta è quella di riprendere le redini della situazione e impedire che il conflitto si inasprisca o addirittura vada fuori controllo”.
Fonte: The Vision