Questione meridionale e produzione d’energia: Meritocrazia Italia chiede una seria strategia di sviluppo, infrastrutturazione e modernizzazione

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Da uno studio condotto dal Dipartimento di chimica e tecnologie dell’Università della Calabria sulla base dei dati tecnici forniti dalla società che gestisce e manutiene la rete elettrica nazionale emerge una fotografia in chiaroscuro del rapporto tra nord e sud del Paese quanto a produzione e consumo di energia elettrica.

Risulta che le Regioni del sud producono un grande quantità di energia “sostenibile”, tanto da poter essere autonome nel loro consumo, ma questa viene poi inviata alle Regioni del Nord, molto più energivore.

Ancora più interessante è l’analisi qualitativa di questa produzione, perché il 40% circa deriva da fonti rinnovabili, come eolico, fotovoltaico e idrico.

È importante far sì che il sud non continui a essere solo il serbatoio da cui attingere manodopera umana e risorse, e verso il quale far confluire i prodotti dell’industria del nord. Occorre farne un volano di sviluppo in considerazione delle risorse a disposizione.

Questo è possibile attraverso una seria strategia politica di sviluppo, infrastrutturazione e modernizzazione.

Di sicuro la produzione di energia da fonti rinnovabili, con la conseguente riduzione anche della dipendenza dagli altri Paesi, deve costituire uno degli obiettivi sul quale concentrare politiche governative e investimenti.

In tale direzione, tra le proposte di Meritocrazia Italia, vi è quella di prevedere il pagamento di royalty a beneficio delle Regioni che si distinguono per ‘produzione virtuosa’ grazie allo sfruttamento dell’energia del sole, del vento e del mare. Il beneficio economico potrebbe costituire, a sua volta, un ulteriore fattore di sviluppo, in un’ottica di sostenibilità.

Si potrebbe altresì offrire la possibilità alle imprese che localizzano gli impianti produttivi al sud di pagare l’energia a costi inferiori e magari consentire anche ai cittadini alleggerimenti in bolletta.

Che il nuovo Governo possa mettere tra i primi punti della propria agenda una strategia seria per mitigare il divario nord-sud per risolvere, una volta per tutte, la nota questione meridionale.

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