Quindicenne punta pistola (giocattolo) alla tempia del prof severo… François-Marie Arouet (Aduc): media e insegnanti problematici

365
Pistola (giocattolo) alla tempia del prof severo
Pistola (giocattolo) alla tempia del prof severo

Un quindicenne di un istituto superiore fiorentino ha puntato una pistola giocattolo alla tempia di un suo insegnante: “Prof, dobbiamo regolare una questione: mi ha messo troppe note e sta sbagliando”  – si legge nella nota che pubblichiamo a firma dell’Aduc (qui altre note dell’Associazione per i diritti degli utenti e consumatori su ViPiu.it, ndr) –.

Tra l’ilarità consenziente dei compagni di classe, ovviamente qualcuno ha fatto un video e lo ha fatto circolare in Rete. Apriti cielo: tutte le autorità scolastiche possibili ed immaginabili mobilitate ché non sanno “che pesci prendere”. E come se non bastasse c’è anche qualche politico che, dall’alto della sua presunta autorevolezza in materia. bofonchia cose del tipo “è saltato il rapporto studenti-docenti”, bla bla. Pare che siano tutti mobilitati perché ai primi giorni di sospensione dalla scuola, c’è intenzione di atti che non sanno neanche i dirigenti scolastici quali potrebbero essere.

Il clamore della vicenda nasce dal fatto che la bravata è finita in Rete.

Nei giorni scorsi in un liceo sempre fiorentino (1), simile episodio che (per fortuna o purtroppo) non ha avuto un video virale e sembra che insegnanti e studenti se la stiano cavando con saggezza e giusta ilarità e comprensione: un gruppo di ragazzi ha fatto volare in un corridoio un guanto sanitario pieno di disinfettante anti-covid che ha sfiorato un bidello… particolarmente teso ché ha minacciato ai ragazzi tutto il male umano e giuridico possibile ed immaginabile. Calmato il bidello, grandi discussioni per l’uso improprio di “materiale scolastico” (guanto e gel) e… ragazzi “datevi una calmata”.

Se vogliamo aggiungere, pur nella sua tipologia diversa ma collimante con l’esuberanza degli studenti, c’è anche la vicenda del liceo romano con il presunto rapporto sessuale tra preside e studente maggiorenne. Vicenda che ha turbato la tranquilla morbosità di appassionati di una filmologia in disuso e su cui altrettante autorità non sanno ancora cosa fare.

Il “problema” è la mediaticità?

Nelle tre vicende che riportiamo (chissà quante altre ce ne sono sfuggite), sono due ad essere “pietra dello scandalo”, perché mediaticizzate. Quella della finta pistola (video di tutti i tipi sulla quotidianità dei ragazzi sono ovunque) realizzata “in proprio”, e quella del liceo romano frutto dei professionisti delle notizie.

Senza mediatizzazione sarebbero vicende relegate alla quotidianità delle scuole: probabilmente con soluzioni più semplici per studenti e prof. Ma sembra che l’opportunità e la tentazione dei prof di voler essere pietra miliare dell’educazione scolastica e non solo, viene amplificata da chi ha davanti un pubblico non limitato ai soli attori delle vicende. Il tutto con l’aggiunta di media alla ricerca costante e disperata di qualcosa di morboso dei presunti lati oscuri di ognuno, convinti sia quella la loro missione informativa.

Quindi… è colpa dell’informazione?

Premesso che se una colpa si volesse proprio trovare, non sarebbe dell’informazione ma delle persone che usano l’informazione in questo modo… ma… NO! Dobbiamo prendere atto che il mondo in cui viviamo è fatto di ragazzi che fanno video su tutto e li mettono in Rete (vogliamo levar loro i telefonini?) e, oltre a divertirsi e far divertire, documentano le proprie esperienze. Starebbe ai professionisti dell’informazione farne tesoro quando incrociano questi video, ricordando l’importante ruolo della loro attività in società come le nostre, senza farsi guidare solo da scoop e profitto.

Ma, allora… sarebbe colpa degli insegnanti?

Anche se sarebbe bene che alcuni insegnanti non mischiassero i propri pruriti ideologici con l’importante missione che svolgono.. NO! Il caso della pistola giocattolo è forse quello che rende meglio: il fatto che nella nostra società mediatizzata tutti possono sapere tutto di altrettanti tutti, non implica necessariamente che i “responsabili” (prof) debbano sentirsi e assumere le funzioni di “angelo vendicatore” dei mali dell’umanità… e se non si è in grado di valutare la vicenda della pistola giocattolo per quel che è, una zingarata (come invece pare abbiano ben compreso gli altri compagni di classe che si divertivano alla scenetta), forse è il caso che questi prof riflettano e discutano fra di loro la missione che svolgono, soprattutto facendo riferimento a quando loro stessi sono stati studenti. Certo, se la pistola non fosse stata giocattolo… ma per questo ci sarebbe il codice penale…

NOTA

1 – evidentemente le zingarate alla “Amici miei” continuano storicamente a tenere banco in questa città. Zingarate che sono scuola universale per l’allegria della vita.

François-Marie Arouet – Aduc