Questa mattina 26 maggio si è svolta a Padova una manifestazione regionale, promossa da CGIL-CISL-UIL, di protesta contro gli infortuni e i morti sul lavoro. Migliaia di lavoratrici e lavoratori, di pensionati, studenti, cittadini hanno partecipato al corteo e riempito la piazza dove si sono tenuti i comizi conclusivi. Ieri in provincia di Vicenza, si è avuto il quinto morto sul lavoro. Andrea Galiotto, un ragazzo di 26 anni, è morto asfissiato dall’azoto nella sede di Almisano di un’azienda (FIS) specializzata nella produzione di “intermedi e principi attivi” per l’industria farmaceutica.Da inizio anno al 25 maggio sono 34 i morti nei luoghi di lavoro in Veneto. In Italia sono 282. Numeri impressionanti che dimostrano come non ci possa essere nulla di casuale e nessuna “fatalità” in questi veri e propri omicidi. Sono il risultato di un sistema spaventoso nel quale si dà priorità al profitto non solo rispetto ai diritti di chi lavora ma, anche, alla stessa vita umana.
Dobbiamo ricordarci sempre che non possiamo riprenderci la vita, il futuro e i diritti confidando in una “provvidenza” più o meno divina, né aspettando la “benevolenza” di lorpadroni. Lo potremo fare solo con la lotta per attuare la Costituzione e ricostruire quella coscienza di classe che abbiamo perduto nell’indifferenza e nell’individualismo. Una lotta difficile per abbattere il sistema capitalista.
Questa lotta deve diventare prioritaria. Le manifestazioni sono importanti ma non bastano, chiediamo una mobilitazione di massa che porti a uno sciopero generale nazionale che non serva solo a mettersi a posto la coscienza ma a raggiungere obiettivi concreti.