«Vi comunico con le lacrime agli occhi che da giovedì 19/03/2020, il supermercato sarà chiuso fino a data da destinarsi, non perché mi sia stato imposto ma per libera scelta e mia coscienza .Mi spiego meglio: a metà della scorsa settimana una mia collaboratrice è stata a casa per malattia» Inizia così il lungo post pubblicato su Facebook da Michele Rossato, titolare del supermercato Maxi gastronomia di Quinto Vicentino, che già ieri aveva annunciato la chiusura.
«Il venerdì sera della scorsa settimana il marito,ammalatosi prima di lei, è stato ricoverato in ospedale e trovato positivo al coronavirus. Appena saputa la diagnosi, ho chiamato immediatamente i carabinieri,il 118, i numeri verdi dei presidi coronavirus-cittadino e coronavirus-regionale ,senza però ottenere indicazioni in merito. All’indomani, prima dell’apertura del negozio, mi confrontai con il sindaco, il quale comunicò il caso alle autorità preposte dell’USL. Detto presidio ribadì di essere oberato da un pesante carico di lavoro e assicurò che la signora sarebbe stata messa in quarantena fiduciaria,cosa poi avvenuta.
Non avendo quindi ricevuta nessuna disposizione, consapevole dell’indispensabilità verso la popolazione della fornitura di cibo, abbiamo continuato la nostra attività,applicando tutte le misure precauzionali possibili e rendendo pubblico l’episodio domenica mattina tramite social».
«Ho analizzato questo contesto paragonando l’importanza del nostro ruolo a quello sanitario. Capisco che fornire beni di prima necessità è un servizio importantissimo per la comunità ma noi abbiamo la facoltà e ancor più il dovere di fermarci qualora si ravvisasse una situazione a rischio. Medici ed operatori sanitari invece , di fronte a questi eventi, possono solo scegliere di salvare o non salvare una vita. Per questo è comprensibile siano portati a mettere a serio rischio se stessi al fine di compiere la loro missione . Quindi giustifico i servizi dell’USL per aver declinato la mia richiesta di assistenza . Mi sono reso conto che , qualora la gravità della situazione non avesse permesso una adeguata analisi del caso , dovevo io prendermi carico di certe scelte che, in teoria,dovrebbero essere imposte».
«Ieri un mio secondo collaboratore ha accusato febbre. Visto la situazione che stiamo vivendo e la vicenda della mia collaboratrice ho ipotizzato che il tutto sia riconducibile al virus, nonostante l’inesistenza di un’analisi clinica. Questo evento mi ha fatto riflettere molto. Ho considerato che non è giusto mettere a repentaglio la salute di collaboratori, clienti e concittadini, nonostante l’importanza del servizio erogato. Noi tutti, contrariamente all’operatività di un medico , potremmo pensare di vivere più giorni con un approvvigionamento e stare a casa nel rispetto della vita, i medici purtroppo non possono permettersi questa soluzione».
«Le statistiche dicono che le persone a rischio sono soprattutto quelle di età avanzata. La mia squadra e’ composta da 15 persone relativamente giovani, però sono famiglie , non numeri. Ne consegue un potenziale coinvolgimento infettivo dell’ intero nucleo familiare ,soprattutto degli anziani. Necessita quindi un comportamento etico che escluda qualsiasi forma di interesse personale. Detto questo ,l’analisi degli eventi mi porta a decidere di sospendere il servizio che stiamo offrendo fino a data da destinarsi. Farò naturalmente pressione, in accordo con il sindaco, con il quale mi sono costantemente rapportato ,affinché possano essere attivate le procedure cliniche ed i protocolli, al fine di riaprire il punto vendita in piena sicurezza. In tal caso sarà mia cura provvedere affinché il personale operi munito di dispositivi medici certificati anti-contagio».
«Sono molto dispiaciuto di questa scelta – conclude Rossato – ma ritengo sia la meno dolorosa. Io sono tra gli imprenditori che hanno operato scelte secondo la propria coscienza. Mi prendo pieno carico di questa responsabilità ma il mio senso civico mi dice di operare così. Facciamoci i migliori auguri di un imminente rientro alla normalità. Un saluto di cuore a tutti! Un grande abbraccio.
Il titolare Michele Rossato».
L’articolo Quinto Vicentino, chiude il supermercato Maxi: «Scelta di coscienza» proviene da L’altra Vicenza.