Raccolta canapa è legale, il test del contoterzista veneto Fabrizio Toson: niente THC alzando la barra delle trebbia

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Da quando le varietà di canapa libere da principi psicoattivi sono coltivabili legalmente – riporta una nota dell’Unione Nazionale Contoterzisti Agromeccanici UNCAI – sempre più agricoltori sono attratti da questa pianta che offre prospettive di guadagno interessati.

Per la raccolta si rivolgono ai contoterzisti che, però, difficilmente dispongono di una trebbia adatta per eseguire l’operazione. Il contoterzista padovano Fabrizio Toson , socio della A.p.i.u.m.a.i. Padova, non si è arreso di fronte alle difficoltà ed ha affrontato il problema.

“I mezzi per la raccolta esistono ma sono costosi e soprattutto nessuno li compra più in Italia da quando è stata vietato coltivare la pianta”, ha spiegato. Il divieto è stato introdotto nel 1975 ed è durato fino al 2017 quando è stata disciplinata la coltivazione della canapa sativa, quella a basso contenuto di thc, il principio attivo (ddl 242 del 14 gennaio 2017).

“Da allora ho iniziato a ricevere sempre più richieste di raccolta di questo prodotto. Con la tecnica tradizionale però non si va avanti. Se la canapa va alta, una macchina normale taglia la stecca troppo lunga e gli ingranaggi si ingolfano”.

La sfida è quella di adattare i mezzi a disposizione dei nostri agricoltori e contoterzisti perché
acquistare una macchina specifica è ancora economicamente rischioso. Così, qualche giorno fa, a Polverara (pochi chilometri da Padova), Toson ha testato in campo la sua trebbia John Deere adattata per la raccolta del fiore e del seme della canapa.

“Ho avuto l’idea di alzare la barra per tagliare il fiore e solo quei 30-50 centimetri che servono”, ha detto soddisfatto. Su due ettari di terreno sono state seminate due varietà di canapa, la Futura 75 e la Felina 32, con THC (il pericoloso tetraidrocannabinolo) rigorosamente sotto lo 0,2%. La prima particolarmente adatta all’uso alimentare, la seconda con una buona resa al verde (7 q/ha di seme per un guadagno di 900 euro/ha e un investimento di 500 euro/ha).

Sono però in corso diversi esperimenti per trovare il tipo di varietà più adatto alle esigenze di tutti gli agricoltori. In mezz’ora la trebbia ha raccolto circa 100 kg di semi, viaggiando a 1 km/h su e giù per tre file di steli alti poco più di due metri: “Abbiamo proceduto con prudenza perché non tutte le piante avevano la stessa altezza a causa della semina tardiva rispetto al corretto periodo colturale. Il test però è andato bene”, ha aggiunto Toson che è anche fondatore, insieme a Massimo Benvegnu, della società Agricoltura Alternativa, nata con l’idea di trasformare il seme di canapa in olio e farina.

La modifica della mietitrebbia è stata realizzata dall’officina meccanica di Sergio Mason inserendo tra la barra e la trebbia un muletto che può funzionare in qualsiasi posizione di trasmissione: “Dalla cabina e attraverso elettrovalvole è possibile alzare e abbassare la barra a seconda delle esigenze di taglio del gambo della canapa”, ha spiegato Mason.
Piani di sviluppo rurale e canapa.

Durante il test era presente Impresa Verde Rovigo con un gruppo operativo impegnato nella
sperimentazione di varietà di canapa a diverso uso. L’obiettivo è ricostruire, almeno nella provincia di Rovigo, la filiera della canapa intercettando i fondi dei Psr: “Insieme all’essiccazione del prodotto, la meccanizzazione è il principale punto critico per far partire la coltura su vasta scala. Adattare i macchinari già presenti è la strategia migliore ed economicamente più abbordabile. Per questo è fondamentale il coinvolgimento diretto del mondo del contoterzismo”, ha illustrato una consulente di Impresa Verde Rovigo.

Oggi, però, coltivare canapa significa produrre seme ad uso alimentare e cosmetico. È già un buono sbocco per la coltivazione. Le potenzialità aumenteranno ancora quando sarà risolto il problema della destinazione della fibra, e si creerà una vera filiera della “canapa da tiglio” o industriale.