L’Antitrust ha sanzionato Poste italiane con il massimo degli importi stabiliti (5 milioni) per non aver consegnato le raccomandate nei modi stabiliti dalle norme: avvisi di giacenza lasciati in cassetta anche se a domicilio i destinatari erano presenti e avrebbero potuto avere subito la loro posta, invece che dover recarsi negli uffici preposti. Comportamento che, per esempio, durante il periodo di confinamento totale pandemico è stato più accentuato che in altri momenti. Con conseguenze che hanno creato non pochi problemi ai destinatari che, proprio perché in quel periodo, avevano problemi per recarsi alle Poste a ritirare il dovuto: avvisi giudiziari che avevano scadenze e altre comunicazioni sono state tra le principali consegne che hanno creato problemi.
L’associazione Aduc sottolinea in un anota che “ha già in passato diverse volte, ma soprattutto in periodo di confinamento, denunciato la situazione sia all’Antitrust che all’Autorità della Comunicazioni (Agcom), con precise e reiterate denunce e testimonianze. Denunce che, pur se rese pubbliche, non hanno mai indotto Poste italiane a dare disposizioni ai suoi portalettere a prestare maggiore attenzione e a smettere con questi comportamenti omissivi.Ora arriva la sanzione dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Bene. Sarà la volta buona perché Poste si ravveda, sarà una “rondine che fa primavera”? Ovviamente lo auspichiamo, pur nella considerazione che la posizione dominante di mercato di Poste Italiane in merito è un macigno che sembra molto difficile da rimuovere. E i 5 milioni di sanzione oltre a “fare il solletico” ai bilanci di Poste, sicuramente saranno appellati dal gigante delle Comunicazioni”.