È MAARMO l’azienda vincitrice della Championship di Radici Future 2030

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Radici Future 2030
Da sinistra: Andrea del Ben e Gianpaolo Pezzato - Responsabile produzione e Presidente di MAARMO

Sono una Start-up e un’azienda storica a condividere il podio di questa seconda edizione della Championship di Radici Future 2030, la challenge che racconta e mette in luce i percorsi di sostenibilità delle aziende, che quest’anno ha focalizzato la propria attenzione sulle esperienze strettamente legate al campo dell’economia circolare.

MAARMO Srl nasce nel 2017 con l’obiettivo di dare nuova vita agli scarti di lavorazione della filiera del marmo. Opera tra Vittorio Veneto e Pordenone dove progetta e crea radiatori ecologici, combinando polvere di marmo e altri materiali di scarto prodotti sul territorio.

Favini Srl lavora la carta dal 1736, da quando cioè la Repubblica Serenissima di Venezia autorizzò la trasformazione di un mulino di Rossano Veneto, in una fabbrica per la produzione della carta. Oggi crea prodotti per moda, lusso e applicazioni tecniche, packaging, prodotti per la scuola, l’ufficio e la creatività, unendo innovazione tecnologica e design, nel solco dell’economia circolare.

Il riconoscimento è stato conferito ieri, lunedì 13 novembre a Palazzo Chiericati, a Vicenza, durante la cerimonia di premiazione che ha di fatto aperto la terza edizione di Radici Future, il festival della sostenibilità, dell’economia circolare e dell’etica d’impresa.

“La Championship di quest’anno ha evidenziato quanto e come le aziende si stiano impegnando, con sempre maggiore consapevolezza e originalità, nel campo dell’economia circolare – ha spiegato la professoressa dell’ateneo scaligero Elena Claire Ricci –. La valutazione dei progetti ha richiesto dunque il vaglio di tanti e diversi aspetti, qualitativi e quantitativi, che hanno orientato le scelte del Comitato tecnico scientifico, sino alla decisone conclusiva”.

MAARMO è andato il premio principale in virtù del proprio approccio totalmente orientato all’economia circolare. L’azienda nasce, infatti, proprio dall’idea di utilizzare scarti di altre produzioni industriali come input per i propri prodotti, con particolare attenzione a materiali altrimenti inquinanti. L’azienda ha portato avanti un progetto di economia circolare basato sullo studio attento di tutte le fasi di vita del prodotto. Il design ha riguardato, infatti, anche la fase post consumo e ha permesso la realizzazione di un prodotto facilmente scomponibile in parti a loro volta riutilizzabili. Di MAARMO è stata apprezzata, inoltre, l’analisi delle filiere produttive locali effettuata al fine di individuare gli scarti disponibili da valorizzare, creando nuove opportunità per il territorio. Interessante, infine, è stato giudicato l’utilizzo di input circolari per incrementare ulteriormente la resa estetica e l’originalità del proprio prodotto.

“Siamo molto contenti del premio ricevuto – ha dichiarato Gianpaolo PezzatoPresidente di MAARMO Srl -, perché questo riconoscimento ci sprona ad andare avanti sulla via che abbiamo intrapreso mettendo insieme sostenibilità, creatività e Made in Italy. I tre elementi fondamentali di tutto il nostro lavoro e del progetto UBRIAACO in particolare. Un’idea che combinando gli scarti di due filiere fondamentali del Made in Italy, marmo e vino, ha dato vita a un elemento di design unico. Un radiatore a impatto zero che permette di riscaldare e arredare gli ambienti, in maniera originale e totalmente sostenibile”.

Il Comitato tecnico scientifico ha voluto inoltre assegnare a Favini, una menzione speciale per il suo impegno di lungo corso sul tema dell’economia circolare. È stata apprezzata, infatti, la longeva storia di simbiosi industriale portata avanti dall’azienda rossanese sin dagli anni ’90, iniziata con l’idea innovativa di utilizzare alghe infestanti nel processo di produzione e sviluppata nel tempo introducendo l’utilizzo di nuovi materiali di scarto. La lodevole attenzione volta all’upcycling si concretizza, inoltre, nell’interazione dell’azienda con le diverse filiere del territorio, a dimostrazione dell’impegno di Favini verso un modello di business circolare.

“Radici Future 2030 è un festival al quale siamo profondamente legati – ha commentato Eugenio Eger, CEO di Favini -, e siamo orgogliosi del riconoscimento ottenuto grazie al Comitato dell’evento, che ha premiato il nostro impegno da oltre tre decenni nel campo dello sviluppo di carte grafiche ottenute da materiali di scarto. Sin dai primi anni ’90 con il brevetto della carta realizzata dalle alghe della Laguna di Venezia, nota come Alga Carta, il nostro dipartimento di Ricerca e Sviluppo è costantemente alla ricerca di materie prime alternative per la produzione di carta di alta qualità, destinata al packaging di lusso e alla stampa di pregio. Nel corso degli anni, abbiamo esaminato circa 300 sottoprodotti, tra cui bucce di arance, rasature di pellame e residui tessili. La nostra intenzione è quella di continuare ad avanzare lungo il percorso dell’economia circolare, dimostrando così il nostro impegno a favore dell’innovazione e della sostenibilità ambientale”.

“Per questa seconda edizione della Championship abbiamo deciso di puntare più in alto – ha commentato infine, entusiasta, Andrea Visentin, Presidente della neo Associazione Radici Future 2030 ETS –. Mettendo sul tavolo il tema dell’economia circolare, infatti, abbiamo chiesto alle aziende di fare un passo in più sulla via della sostenibilità. E siamo quindi fieri di quanto scaturito da questo nuovo percorso intrapreso insieme. Soddisfatti della diversità di contenuti, progetti e idee che le aziende più disparate hanno deciso di affidarci, e di affidare al dibattito, sempre più ampio e necessario, di cui vogliamo essere, insieme, spettatori e protagonisti. Nella convinzione che ridisegnare processi e prodotti in chiave circolare, valutando ogni aspetto, dalle materie prime al fine vita, sia il modo più efficace per contribuire a un futuro davvero sostenibile, senza rinunce e sacrifici”.

A valutare i progetti delle 21 aziende partecipanti, il Comitato tecnico scientifico composto da Elena Claire Ricci, ricercatrice del Dipartimento di Management dell’Università degli Studi di Verona, dall’Assessore Regionale all’Istruzione e Formazione Elena Donazzan e dal Presidente di Asvess-Associazione Veneta per lo Sviluppo Sostenibile Giorgio Santini.