Rapporto Arpav sulla qualità dell’aria a Vicenza, Siotto: “sono dati migliori rispetto al passato”

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Simona Siotto e Francesco Rucco
Simona Siotto e Francesco Rucco

Arpav, dipartimento di Vicenza, ha reso noti i dati relativi ai monitoraggi sulla qualità dell’aria in città per tutto il 2019 fino al 31 marzo 2020, perché la normativa di riferimento prevede di prendere in considerazione anche il semestre invernale.

Dati che sono stati analizzati e giudicati anche dall’amministrazione comunale, in particolare dall’assessore all’ambiente Simona Siotto: “La relazione tecnica ci conferma dati in gran parte già noti. Per circa il 55% dei giorni l’aria a Vicenza risulta più che accettabile, in una scala di giudizi in cui il valore buono è il valore massimo ed accettabile il secondo. Un risultato quindi positivo che da un lato indica come si stia andando verso la direzione dei valori obiettivo previsti dal D. Lgs 155/2010, ma dall’altro ci impone di ragionare anche sulla restante percentuale di giorni: una percentuale di circa il 20% di aria definita mediocre ed una percentuale, contenuta, ma non trascurabile, del 3% di aria scadente, individuabile nei 35 giorni nel periodo nei quali i limiti di pm10 e di ozono sono stati superati, in gran parte caduti a gennaio e febbraio 2020. Sappiamo che in questi mesi vi sono state delle condizioni climatiche particolari, che hanno fortemente penalizzato tutta la Pianura padana ed in generale la Regione Veneto, compresa la nostra città. Certo è che la qualità dell’aria si rivela migliore nel 2019 rispetto a praticamente tutti gli anni passati fino al 2017 ed in linea con il 2018. Peraltro – prosegue l’assessore Siotto – va detto che il dato dei 35 giorni di superamento annuale va letto tenendo conto che è purtroppo un limite superato da sempre, sino dal 2002, ovvero sin da quando viene monitorato, arrivando nel 2017 anche ad oltre 70 giorni e a quasi 90 nel 2015. Positivo, senza dubbio, il dato 2019 di rilevazione dei pm2,5 che risultano in ribasso rispetto al 2018 e molto in ribasso rispetto al 2017, rammentando che trattasi di particelle microscopiche altamente nocive per la salute: mentre le pm10 possono essere nocive per il sistema respiratorio le pm2,5 possono incidere più pesantemente, ed in modo più generale, per il corpo umano”.