“L’Italia si conferma in cronica emergenza da inquinamento atmosferico e i dati dei
superamenti giornalieri dei limiti di legge per il PM10 del 2020 lo evidenziano. Vicenza con 75 giorni di superamento dei limiti rientra tra le 10 peggiori città che hanno
superato, almeno con una centralina (San Felice), la soglia dei 35 giorni annui con una
media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo prevista per le polveri sottili
(PM10). Ancora, tra le 60 le città italiane (il 62% del campione analizzato) che hanno fatto registrare una media annuale superiore a quanto indicato dall’OMS, Vicenza ha superato i limiti indicati con una media di 32 microgrammi/metro cubo”. Così Legambiente Vicenza commenta in un comunicato il rapporto di Legambiente nazionale Mal’aria pubblicato oggi, che, come abbiamo già scritto, è impietoso non solo per Vicenza ma per tutto il Nord.
“Le evidenze dei superamenti giornalieri si uniscono alla recente notizia che vede Vicenza al
quarto posto a livello europeo per mortalità dovuta all’inquinamento dell’aria. Questo triste primato rappresenta un “campanello d’allarme” e sottolinea ancora una volta l’insufficienza delle misure emergenziali finora adottate e la necessità di elaborare politiche lungimiranti che permettano di uscire effettivamente dalla morsa dell’inquinamento. Il 2020 è stato un anno particolare ma gli effetti del lockdown non sono stati sufficienti ad un miglioramento della situazione. Nonostante i benefici sulla qualità dell’aria derivanti dal blocco del traffico durante il lockdown , la situazione era già stata ampiamente compromessa durante i mesi invernali di novembre/dicembre e gennaio/febbraio, i periodi più critici nei quali si registrano i picchi più alti di inquinamento. Le restrizioni da metà marzo a metà maggio – mesi in cui le concentrazioni e i superamenti sono generalmente minori – non hanno impattato in modo significativo sulla concentrazione e sui superamenti su base annua dei limiti di legge di polveri sottili.
“In secondo luogo – continua Legambiente Vicenza – le concentrazioni di polveri sottili, in particolare in area Padana, sono dovute in modo molto limitato a emissioni dirette di fonte primaria. A prevalere sono infatti le polveri di formazione secondaria, che sono il prodotto di reazioni chimiche tra diversi inquinanti in forma gassosa che che si verificano in atmosfera. Le polveri secondarie si formano prevalentemente a partire da microcristalli di sali d’ammonio, la cui fonte principale è l’allevamento del bestiame, attività che non ha subito limitazioni durante il lockdown. Questo, unitamente alla variabilità climatica, spiega le ragioni del dato medio annuo, che hanno visto una scarsa o nulla riduzione delle concentrazioni medie di polveri sospese, a fronte della sensibile riduzione dell’inquinamento da NOx (la cui fonte prevalente è il traffico). Il rapporto Mal’aria sottolinea ancora una volta come la pluralità delle cause dell’inquinamento atmosferico da polveri sottili costituisca uno dei principali problemi delle nostre città, rispetto al quale le misure finora poste in essere si sono dimostrate inappropriate. Considerati gli impatti negativi sulla salute dei cittadini – conclude Legambiente Vicenza – è più che mai urgente l’adozione di misure che siano di reale efficacia nel lungo termine per risolvere un problema che affligge ormai cronicamente la nostra città”.