Il Rapporto Nord Est del Sole 24 Ore torna in edicola venerdì 25 settembre in Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige dedicando un ampio reportage al settore delle costruzioni, che ha vissuto un drastico ridimensionamento negli ultimi 10 anni e che oggi vede nei bonus edilizi una concreta possibilità di rilancio, a partire dal superbonus al 110%.
Una misura che trova un contesto particolarmente favorevole nel patrimonio immobiliare del Triveneto, caratterizzato – riporta l’inserto del Sole 24 Ore – da un’alta anzianità di costruzione degli edifici residenziali che per il 72% hanno almeno 40 anni di età (report Intesa Sanpaolo) e sono poco efficienti dal punto di vista energetico certificati in classe A o B: il totale delle attestazioni energetiche presentate si ferma al 16% in Veneto, al 18% in Friuli Venezia Giulia e al 13% in Trentino. Nel nuovo superbonus al 110% sarà possibile abbinare agli interventi di riqualificazione energetica considerati “trainanti” (isolamento termico di almeno il 25% delle superfici disperdenti, sostituzione di caldaie esistenti con impianti a condensazione o pompa di calore) anche la detrazione per gli impianti fotovoltaici e i sistemi di accumulo con il miglioramento di almeno due classi energetiche: secondo il report gli impianti fotovoltaici domestici – grazie ai sistemi di incentivazione – hanno registrato un balzo nel Triveneto aumentando di cinque volte tra il 2010 e il 2019.
Secondo la stima di Confartigianato, l’incentivo potrebbe mobilitare solo in Veneto risorse per quasi 2 miliardi di euro (dei 14 a livello nazionale) fino al 2026, interessando una platea costituita, in regione, da 1.582.278 abitazioni e 44.327 imprese artigiane del sistema con oltre 102mila addetti.
Le stime dell’Indagine sugli effetti del coronavirus sulle imprese del settore delle costruzioni in Veneto di fine luglio dicono che nel periodo marzo – giugno, il 37% delle piccole e medie imprese delle Costruzioni hanno registrato un calo tra il 21% e il 30% del giro d’affari, il 9,1% tra il 31% e il 40%. Non mancano però i dubbi sugli aspetti burocratici, sui possibili contenziosi con l’Agenzia delle entrate e sulle esclusioni, come quella delle malghe dell’altipiano di Asiago, molte delle quali sono a rischio chiusura. Coldiretti regionale ha chiesto l’estensione del provvedimento alle 673 malghe che custodiscono l’architettura rurale del paesaggio montano dall’Altipiano di Asiago alla Lessinia, fino alle Prealpi Trevigiane e alle Dolomiti. L’Associazione dimore storiche del Veneto e Friuli Venezia Giulia ha scritto ai governatori, Luca Zaia e Massimiliano Fedriga, invocando contributi per i parchi e accesso all’Ecobonus al 110% per gli edifici. «L’86% delle oltre 4mila ville venete presenti nelle due regioni è costituito da dimore private – si legge nel documento – e rappresenta un catalizzatore per il turismo. Tuttavia, quest’anno, a causa del lockdown hanno perso visitatori e quindi incassi». Attualmente, infatti, 162 Comuni su 563 sono parzialmente esclusi dai vantaggi fiscali: 72 solo nel Padovano, 35 nel Rodigino, 28 nel Veronese.
Dal Mose al porto, la Laguna di Venezia cambia pelle. Il Rapporto Nord Est in edicola il 25 settembre presenta tutti i lavori in corso e quelli che ancora sono solo progetti che modificheranno Venezia e il suo territorio. I progetti di disinquinamento delle zone contaminate potrebbero valere sui 300 milioni; i dragaggi dei canali portuali si aggirano sui
100 milioni di spesa; per i marginamenti delle rive lagunari sono previste spese di oltre 70 milioni, un altro centinaio saranno i lavori sulle zone portuali. E poi c’è il grande capitolo Mose, non meno di un miliardo di euro per finirlo e renderlo del tutto operativo. All’ultimo censimento dello stato di avanzamento dei lavori la supercommissaria Elisabetta Spitz aveva rilevato uno stato di completamento del 92%, ma le stime parlano di un 94-95%. Il progetto è basato sul principio della ridondanza, cioè il raddoppio di tutti i sistemi per motivi di sicurezza, in modo che il Mose possa tenere fuori dalla laguna l’acqua alta anche in caso catastrofico.
Sul Rapporto Nord Est in edicola con Il Sole 24 Ore venerdì 25 settembre anche tutti i dati dell’indotto che il settore cinematografico porta nelle tre regioni: in crescita film e serie che scelgono location nel Triveneto. L’ultimo in ordine temporale è il lungometraggio Comedians, che Gabriele Salvatores sta girando a Trieste in queste settimane. Il cinema porta al territorio 19 milioni l’anno. Nel solo Friuli Venezia Giulia ogni anno gli investimenti complessivi si aggirano intorno a 1,5 milioni di euro, destinati ad una decina di progetti. Le film commission delle tre regioni (Friuli Venezia Giulia Film Commission; Film Commission Trentino; Film Fund & Commission di Idm Alto Adige e Veneto Film Commission) hanno deciso di fare sistema per attrarre le grandi produzioni internazionali e al Rapporto Nord Est raccontano come.
In evidenza sull’inserto del Sole 24 Ore dedicato a Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige le caratteristiche della vendemmia 2020 nel territorio del Nord Est, la principale area produttrice di vino nel paese grazie a – secondo le stime di Assoenologi, Ismea e Unione italiana vini – Veneto (regione leader per produzione con oltre 11 milioni di ettolitri, +1% sul 2019) e a Friuli Venezia Giulia dove si prevedono 1,6 milioni di ettolitri (-7% rispetto allo scorso anno). L’area immette sul mercato oltre un miliardo di bottiglie l’anno, le sole due macro denominazioni del Nord Est, Prosecco e Pinot grigio delle Venezie ne producono quasi 600 milioni la prima (tra Doc e Docg) e oltre 300 la seconda: da qui la decisione di controllare l’offerta in uno scenario nel quale l’emergenza Covid ha frenato le vendite nel canale Horeca sia in Italia che soprattutto all’estero. Tutti i principali consorzi di produttori hanno introdotto o rafforzato le misure di gestione della produzione, tranne i vini Doc Collio che non hanno accettato di tagliare le rese del 20%. I rispettivi presidenti raccontano come hanno gestito la riduzione delle rese produttive sulle pagine del Rapporto Nord Est.
LEONARDO A CORTINA
Il Rapporto Nord Est racconta come il super cervellone di Leonardo garantirà la sicurezza dei Giochi olimpici invernali di Cortina. Sensori e telecamere ad alta definizione, due sale operative, una piattaforma dotata di intelligenza artificiale per l’analisi avanzata di contenuti video e una rete radio per comunicazioni sicure. Il tutto messo in opera da un team di operatori esperti, inviati sul posto per formare e assistere tecnicamente il personale che, 24 ore su 24, vigilerà sulla manifestazione. A pochi giorni dall’annuncio dell’accordo siglato tra Fondazione Cortina 2021 e Leonardo – che vede la società attiva nel settore aerospazio& difesa partner tecnologico per la sicurezza dei campionati del mondo di sci alpino in programma il prossimo febbraio a Cortina D’Ampezzo – iniziano a emergere i dettagli dell’apparato hi-tech che sarà dispiegato per far gareggiare senza il minimo imprevisto i 600 atleti provenienti da 70 Paesi e il Rapporto Nord Est spiega nel dettaglio come Leonardo raggiungerà l’obiettivo di mettere in sicurezza partecipanti, operatori, comunità e territorio, attraverso soluzioni evolute e non invasive di video-sorveglianza per la raccolta dati sul campo e di video-analisi per la classificazione delle informazioni in tempo reale.
INNOVAZIONE
Sul fronte dell’innovazione delle aziende del territorio il Rapporto Nord Est del Sole 24 Ore va alla scoperta dell’impiego di robot e intelligenza artificiale nella catena produttiva dello storico marchio di biscotti Vincenzi e racconta i piani di sviluppo della Distilleria Nardini Spa che sta valutando l’apertura di locali-shop monomarca.